È una tarda mattinata d’agosto; la luce intensa cade a picco e annulla le ombre sulle sculture del Castello Acquaviva D’Aragona, cinquecentesca sede del Comune di Nardò. Si avverte una certa serenità nell’aria, sotto l’imponente edificio adornato da 42 maschere di animali e demoni e circondato dal verde del piccolo parco a due passi. Per le strade si notano solo qualche sparuto turista munito di macchina fotografica e una manciata di residenti, che si riconoscono dalla sicurezza con cui affrettano il passo.
Non so come Nardò sia negli altri periodi dell’anno, ma così è come l’ho trovata io quella mattina estiva in cui ho deciso di vistare la mostra dedicata a Vittorio Bodini.

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All’interno del Palazzo comunale c’è una corte dove al piano terra, sul lato destro, ha sede il Centro Studi “Vittorio Bodini”, l’associazione culturale che promuove l’opera di questo poeta salentino quasi dimenticato. Sul lato opposto, in una sala recentemente rinnovata, trova sede dal 2017 una piccola ma ben documentata mostra permanente a lui dedicata.

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Ma riavvolgiamo un attimo il nastro. Innanzitutto, chi era Vittorio Bodini?

Nato a Bari nel 1914, visse tutta l’adolescenza a Lecce per poi iniziare un lungo vagabondaggio per l’Italia: studiò a Roma, frequentò gli ambienti intellettuali di Firenze, valicò anche i confini nazionali per approdare in Spagna, dove svolse vari mestieri specializzandosi in particolar modo nella lingua e letteratura di questo paese. In seguito ottenne infatti un incarico come docente della materia all’Università di Bari e si occupò instancabilmente di tradurre gli scrittori spagnoli, sia classici che contemporanei, tra cui il monumentale Don Chisciotte di Cervantes.
Nelle occasioni in cui tornò a casa, a Lecce, riscoprì la sua terra natia dando forma alla raccolta poetica La luna dei Borboni (1952), tuttora la sua più nota, dal suggestivo incipit:

Tu non conosci il Sud, le case di calce
da cui uscivamo al sole come numeri
dalla faccia d’un dado.

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La mostra

La mostra permanente dedicata al poeta, allestita nei locali sul lato sinistro del cortile, consiste principalmente in pannelli, divisi in sezioni tematiche, che forniscono una panoramica sull’opera dello scrittore attraverso articoli di giornale e immagini significative della sua vita, soffermandosi in particolare sulle sue collaborazioni giornalistiche e sui rapporti con editori e altri intellettuali dell’epoca (tra cui Pasolini, Quasimodo, Ungaretti e Zavattini).

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Un filmato, inoltre, dà voce alle testimonianze di chi l’ha conosciuto ed esplora il suo rapporto di collaborazione con Carmelo Bene, altro grande intellettuale salentino, mentre una sezione si sofferma sulla sua traduzione del Don Chisciotte corredata dalle illustrazioni di Salvador Dalì.

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In un angolo sono conservati anche un busto del poeta, la sua macchina da scrivere e la sua scrivania.

Nell’ultima stanza sono esposti alcuni suoi disegni originali che, sebbene abbiano un relativo valore artistico, sono importanti per inquadrare le sue influenze anche in campo figurativo.

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Il Centro Studi Vittorio Bodini promuove la conoscenza dell’opera letteraria del poeta salentino con varie iniziative, tra cui concorsi, manifestazioni e anche passeggiate letterarie nel centro di Lecce. Per saperne di più visitate il sito web.

Indirizzo: Castello Acquaviva D’Aragona, piazza Cesare Battisti, Nardò
Ingresso libero.
Orari: tutti i giorni, 9-13 e 17.30-20. Chiuso il martedì e il giovedì pomeriggio.
Info: mostra.vittoriobodini@gmail.com


Dopo la mostra, un giro per il centro di Nardò è d’obbligo: vi stupirà per le piccole gemme di barocco leccese che nasconde, come la facciata della chiesa di San Giuseppe e la guglia dell’Immacolata Concezione. Fermatevi poi davanti alla Fontana del toro, strettamente legata alla storia della città: secondo la leggenda infatti Nardò fu fondata dove un toro, zampando, fece sgorgare l’acqua. Il toro è infatti ritratto anche nello stemma cittadino.

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Se invece volete saperne di più su Vittorio Bodini, proseguite per Lecce, che dista solo 20 minuti di macchina (25 km circa). Una volta in città potete seguire il breve itinerario illustrato in questo articolo.

Suggerimento di lettura? Il romanzo giovanile del poeta, Il fiore dell’amicizia (Besa Editrice, 2014). Amicizie, ribellione contro la scuola e la famiglia, le prime relazioni sentimentali: un’opera incompleta, purtroppo, ma seguendo le vicende del giovane protagonista respirerete l’atmosfera della Lecce degli anni Trenta.