6ème arrondissement
Le Procope
Al numero 13 di Rue de l’Ancienne-Comédie si trova il più antico caffè di Parigi. Aperto nel 1686, prende il nome dal cuoco siciliano che aprì il locale, Francesco Procopio dei Coltelli, noto in Francia come “Le Procope”, al quale spesso viene attribuita l’invenzione del gelato. Tra i suoi meriti c’è senz’altro quello di aver introdotto in Francia il caffè, all’epoca bevanda di origine orientale, che rese il luogo molto popolare. Sembra che qui si ritrovassero anche Diderot e D’Alembert per parlare di quel progetto che diventerà L’Encyclopédie.
Tra i clienti “letterari” che lo hanno affollato nell’Ottocento si menzionano Victor Hugo, Honorè de Balzac, George Sand, Alfred de Musset, Théophile Gautier, Émile Zola, J. K. Huysmans, Guy de Maupassant.
Il 10 luglio 1894 circa duecento uomini di lettere si radunarono qui per eleggere Paul Verlaine “principe dei poeti“, preferendolo a Stéphane Mallarmé (che “ereditò” il titolo alla morte di Verlaine).
Nel Novecento Le Procope ha avuto una fase di declino ed è stato chiuso per un periodo. Nel 1988 ha riaperto come ristorante; l’arredamento è stato rinnovato con molti oggetti d’epoca, soprattutto ottocenteschi, conferendogli un’atmosfera un po’ kitsch.
Indirizzo: 13 rue de l’Ancienne Comédie, Parigi
Sito: procope.com
Café Les Deux Magots
Prende il nome dalle due statuette di fattura orientale (“magot”) che caratterizzavano un negozio di tessuti aperto nel 1812 al 23 di Rue de Buci e trasferitosi a questo indirizzo nel 1873.
Il negozio era piuttosto famoso all’epoca, tanto che lo scrittore Henri Murger lo menziona in Scene di vita della Bohème (il romanzo da cui è tratta la Bohème pucciniana), le cui vetrine sono oggetto di interesse per la protagonista Mimì.
Nel 1881 i locali lasciarono il posto a un caffè che ne mantenne il nome e che divenne presto popolare tra letterati e artisti.
Alla fine dell’Ottocento tra i clienti abituali c’erano Verlaine, Rimbaud e Mallarmé; Oscar Wilde vi passò alcune serate nei suoi giorni parigini, mentre James Joyce e Ernest Hemingway lo frequentavano negli anni Venti del Novecento. Nello stesso periodo è stato punto di ritrovo per i surrealisti che qui fondarono, nel 1933, il loro premio letterario “Prix des Deux Magots” come forma di dissenso per l’assegnazione del premio Goncourt a André Malraux e alla sua opera La condizione umana, ritenuta troppo accademica.
Negli anni Quaranta Le Deux Magots è diventato il quartier generale degli esistenzialisti: qui venivano spesso Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir, la quale faceva da interprete a un altro avventore, lo scrittore afroamericano Richard Wright, prima che imparasse il francese. James Baldwin, anch’esso scrittore afroamericano, non appena arrivato a Parigi nel novembre 1948, si diresse direttamente dalla Gare du Nord a questo locale per incontrare proprio Richard Wright.
Tra gli altri clienti passati da questo celebre locale sono spesso menzionati Elsa Triolet, Louis Aragon, André Gide, Jean Giraudoux, Picasso, Fernand Léger, Prévert, Albert Camus e Jean Genet.
Indirizzo: 6 place Saint-Germain-des-Prés, Parigi
Sito: lesdeuxmagots.fr
Café de Flore
Nato nel 1865, prende il nome da una piccola scultura raffigurante la dea della primavera che all’epoca si trovava sull’altro lato del boulevard. Alla fine dell’Ottocento si riunirono ai suoi tavoli alcuni scrittori decadenti come Joris-Karl Huysmans e Remy de Gourmont, ma dagli anni Novanta del secolo prese una svolta politica: qui si ritrovavano gli scrittori ultranazionalisti come Charles Maurras, Maurice Barrès e Jacques Bainville che facevano parte della “Ligue de la patrie française”.
Questo locale fu particolarmente importante per Guillame Apollinaire. Nel 1912 fondò con André Salmon la rivista letteraria “Les Soirées de Paris“, facendo del locale una sorta di ufficio. Nel 1917, inoltre, Apollinaire presentò qui André Breton a Philippe Soupault, un’amicizia che getterà le basi per la nascita del movimento dadaista.
Per tutti gli anni Trenta si annoverano tra i clienti abituali scrittori come André Malraux, Léon-Paul Fargue, Raymond Queneau, ma il locale diventa soprattutto il quartier generale della “bande à Prévert“, ovvero gli amici del poeta Jacques Prévert, detti “Gruppo Ottobre”.
Nel 1939 il locale viene acquisito da Paul Boubal e diventa il principale punto di ritrovo per Jean Paul Sartre e Simone de Beauvoir durante gli anni dell’occupazione. Qui scrissero alcune delle loro opere come Le mosche, L’essere e il nulla (Sartre) e L’invitata (Beauvoir). Quando i tedeschi occuparono il pian terreno e la terrazza, i clienti francesi furono fatti accomodare al piano superiore, dove potevano trascorrere il tempo in tranquillità.
A partire dal 1994 è diventato la sede del premio letterario “Prix de Flore” che premia i giovani scrittori di lingua francese.
Indirizzo: 172 boulevard Saint-Germain, Parigi
Sito: cafedeflore.fr
Café Tournon
Quando negli anni Trenta gli scrittori tedeschi e austriaci furono costretti all’esilio dai nazisti, molti si rifugiarono a Parigi e presero stanza in Rue de Tournon, iniziando a frequentare i locali della zona. Uno di loro fu Joseph Roth che, come indica una targa in 18 Rue de Tournon, visse gli ultimi anni della sua vita in un hotel a pochi passi dal Café Tournon.
Dopo la Seconda guerra mondiale, il Café Tournon divenne un luogo di ritrovo per gli espatriati anglofoni, tra cui lo scrittore scozzese Alexander Trocchi che qui fondò la rivista letteraria di avanguardia “Merlin“, pubblicando autori come Beckett, Miller, Neruda, Sartre e Svevo.
Negli anni Cinquanta ai suoi tavoli si riuniva in particolare la comunità afroamericana: nel locale si esibì per la prima volta in città la jazz band di Duke Ellington e non di rado si poteva incontrare Richard Wright, Chester Himes e l’illustratore Ollie Harrington; mentre negli Stati Uniti dovevano sottostare a delle regole stringenti e assurde, come ad esempio il tabù delle relazioni interrazziali, a Parigi erano molto più liberi. Fu così che Himes potè sposare la giornalista anglo-irlandese Lesley Packard. Quando a metà degli anni Cinquanta si diffusero dicerie su presunte spie assoldate dalla CIA, il gruppo si dissolse e dal 1958 non frequentò più il caffè.
Nel 1953 al Caffè Tournon nacque anche la rivista “The Paris Review“, diretta da Harold L. Humes, Peter Matthiessen, e George Plimpton. L’editore francese La Table Rotonde aveva dato loro un ufficio in Rue Garancière, ma come tutti i letterati parigini, i redattori preferivano lavorare nel caffè. Tra gli autori pubblicati ci furono Kerouac, Calvino, Moravia, Beckett e Philip Roth; famose anche le interviste agli autori, tra cui Hemingway, T.S. Eliot, Faulkner, Neruda e Nabokov. Nel 1973 la sede della rivista si spostò da Parigi a New York, dove risiede tuttora.
Indirizzo: 18 rue de Tournon, Parigi
Café de la Mairie
Negli anni Venti è stato uno dei posti frequentati dai surrealisti e da scrittori come Hemingway, Scott Fitzgerald, Faulkner quando vivevano nella zona circostante. Il locale si legò in modo particolare alla scrittrice americana Djuna Barnes che visse nei pressi dal 1920 al 1933 e che nel suo romanzo Bosco di notte(Nightwood) ambienta alcune scene in questo caffè.
Indirizzo: 8 place Saint-Sulpice, Parigi
9ème arrondissement
Café de la Paix
Aperto nel 1872, si trova a pochi passi dalla maestosa Opéra di Parigi, costruita nello stesso anno, il cui architetto, Charles Garnier, ha curato anche gli interni del locale dove trionfa la tecnica del trompe-l’œil, molto in voga durante la Belle Époque.
È l’unico caffè rimasto dell’epoca dei “Grand Boulevards”, i viali parigini costruiti dalla fine del XVII secolo a seguito della demolizione delle mura cittadine. Tra i locali scomparsi c’era il Café de la Régence, dove Napoleone una volta si fermò a giocare a scacchi, e il Café de Chartres, un tempo quartier generale dei rivoluzionari, in seguito diventato un ristorante, Le Grand Véfour, ai cui tavoli si sono seduti Napoleone, Colette e Jean Cocteau. Lungo il Boulevard des Italiens sorgevano anche il Café de Paris, Tortoni’s, Maison Dorée, Café Riche e Café Anglais; tutta questa zona rappresentava il cuore della società parigina del XIX secolo, frequentata da nomi quali Balzac, Maupassant e Flaubert.
Come ci si può aspettare, la lista della clientela famosa al Café de la Paix è molto lunga: si menzionano Oscar Wilde, André Gide, Paul Valéry e Ernest Hemingway. In riferimento a quest’ultimo, in uno dei suoi primi racconti, Il mio vecchio, il giovane protagonista spesso si reca nel locale con in padre: “Stavamo là seduti al Café de la Paix, io e il mio vecchio, e il cameriere ci portava, in palma di mano, perché il mio vecchio beveva whisky e il whisky costava cinque franchi, e questo significava una buona mancia quando si contavano i piattini” (da E. Hemingway, I quarantanove racconti, Mondadori 2011).
Indirizzo: 5 place de l’Opéra, Parigi
Sito: cafedelapaix.fr
14ème arrondissement
La Closerie des Lilas
La Closerie des Lilas era sin dal 1903 un ritrovo di letterati e ha ospitato discussioni sull’arte e sulla letteratura. Qui, ad esempio, Paul Fort inaugurò gli incontri del martedì a cui partecipavano Guillame Apollinaire, André Salmon, Max Jacob e Maurice Maeterlinck.
Molto noto è l’aneddoto legato allo scrittore francese Alfred Jarry che un giorno sparò un colpo di revolver (scarico!) contro lo specchio dietro una signorina e le disse “Ora che il ghiaccio è rotto, parliamo!” (“Maintenant que le glace est rompue, causons”), giocando sul doppiosenso del “glace” francese, che significa sia ghiaccio che specchio.
In particolar modo però, la Closerie des Lilas deve la sua fama letteraria a Ernest Hemingway che la trasformò in una sorta di ufficio: sui suoi tavolini si fermava spesso a scrivere, visto che il caffè era poco distante dalla sua casa in Rue Notre-Dame-des-Champs. Qui terminò i due racconti Grande fiume dai due cuori e Il ritorno del soldato.
Dopo il primo incontro al Dingo, che si trovava in 10 rue Delambre, Hemingway spesso si incontrava qui con Francis Scott Fitzgerald, il quale, deluso dalla tiepida accoglienza che aveva ricevuto il suo romanzo, Il grande Gatsby, chiese a Hemingway di leggerlo. In Festa mobile scrive infatti: “Se era riuscito a scrivere un libro bello come Il Grande Gatsby, ero sicuro che poteva scriverne uno anche migliore. Ma non conoscevo ancora Zelda, e quindi non conoscevo i terribili fattori che giocavano contro di lui”. In altri passi di Festa mobile, Hemingway rievoca le chiacchierate con l’amico ai tavoli di questo caffè: “Mi aveva raccontato alla Closerie des Lilas che scriveva quelli che riteneva dei buoni racconti, e che davvero erano buoni racconti per il «Post», e che poi li cambiava prima di presentarli sapendo esattamente quale era il taglio da dargli per farne dei vendibili racconti da rivista”.
Oggi la Closerie des Lilas ha un piccolo spazio esterno tutto circondato da piante e fiori. All’interno i tavoli sono tutti contrassegnati con delle targhette di ottone sulle quali sono incisi i nomi dei clienti famosi.
Indirizzo: 171 boulevard du Montparnasse, Parigi
Sito: closeriedeslilas.fr
La Coupole
La Coupole, a pochi passi da altri celebri caffè letterari che sorgono su Place Pablo Picasso, aprì il 20 dicembre 1927.
Tra i clienti abituali c’erano Georges Simenon e la famosa cantante e ballerina Josephine Baker, con la quale lo scrittore aveva avuto una relazione, interrotta quello stesso anno perché, stando alle sue parole, non voleva diventare famoso come “Monsieur Baker“. In uno dei suoi gialli con protagonista l’investigatore Maigret, La testa di un uomo (La tête d’un homme), La Coupole è uno degli scenari chiave della vicenda.
La Coupole era uno dei locali preferiti degli emigrati russi prima della rivoluzione bolscevica, tra cui Lev Trotsky e Igor Stravinsky.
Ma il locale è passato alla storia per aver dato l’avvio alla relazione tra la scrittrice Elsa Triolet e il poeta Louis Aragon, che si incontrarono qui il 6 novembre 1928. Lei voleva conoscerlo per una serie di ragioni: amava la sua opera surrealista Il paesano di Parigi (Le Paysan de Paris), avevano le stesse idee politiche, lui era un uomo molto attraente, poco più che trentenne, e per di più scapolo. Alla fine la serata si spostò all’Hôtel Istria e da qui ebbe inizio la loro lunga vita assieme.
Tra gli altri avventori sono menzionati Samuel Beckett, Gabriel García Márquez e Antonin Artaud.
Molto affezionati al posto erano inoltre Henry Miller e Anaïs Nin. Il loro amico Lawrence Durrell, autore del Quartetto di Alessandria, aveva soprannominato il loro gruppo “i tre moschettieri della Coupole“.
Il locale fu demolito e ricostruito nel 1988 ma le colonne, dipinte in stile Art Decò dagli studenti di Matisse, Léger e Friesz, furono conservate e reinstallate. Oggi sopra la Coupole ci sono alcuni uffici, ma un tempo vi si trovava la sala da ballo sovrastata da una cupola che dava il nome al locale.
Indirizzo: 102 boulevard du Montparnasse, Parigi
Sito: lacoupole-paris.com
Café du Dôme
Il Café du Dôme è stato il primo dei grandi caffè ad aprire, nel 1898. Inizialmente era frequentato da bohemién, ma l’atmosfera cambiò dopo la Prima guerra mondiale quando divenne punto di ritrovo per scrittori, artisti e giornalisti, molti dei quali americani.
Uno dei suoi primi frequentatori fu Robert McAlmon, scrittore americano non molto noto che, grazie ai soldi del ricco suocero, aveva fondato la casa editrice “Contact Editions“, con la quale pubblicava anche i libri scritti di suo pugno. La sua attività non ebbe un grande successo: l’opera più famosa che dette alle stampe fu Dieci storie e dieci poesie di Hemingway (1923).
Alla fine degli anni Trenta una cliente abituale fu Simone de Beauvoir: ai tavoli del Café du Dôme finì di scrivere L’invitata, che è anche parzialmente ambientato qui. Dopo l’occupazione nazista della città, amareggiata dalla presenza degli ufficiali tedeschi seduti nel suo stesso caffè, la scrittrice preferì spostarsi al Café de Flore.
Indirizzo: 108 boulevard du Montparnasse, Parigi
La Rotonde
Quando La Rotonde aprì nel 1904, era poco più che un locale per lavoratori. Nel 1911 Victor Libion lo acquistò e lo ampliò, creando una larga terrazza soprannominata poi “Raspail plage” e iniziando a fare concorrenza al vicino Café du Dome.
Diversi scrittori sono legati alla fama del locale. Hemingway, ad esempio, ne parla in un articolo scritto come corrispondente da Parigi per il “Toronto Star“. Henry Miller, due anni dopo essere arrivato in Francia, dette qui un appuntamento il 2 marzo 1932 ad Anaïs Nin, della quale si era perdutamente innamorato. Si dichiarò proprio alla Rotonde e cercò di portarla nel suo albergo.
Simone de Beauvoir, invece, era nata al piano superiore del caffè nel 1908 e aveva trascorso l’infanzia in questo palazzo, descritto in Memorie di una ragazza perbene. Nonostante il padre fosse di origine aristocratica, la famiglia non versava in buone condizioni economiche. Così quando Simone aveva 11 anni, si dovettero trasferire in un appartamento più piccolo ed economico in Rue de Rennes.
Indirizzo: 105 boulevard du Montparnasse, Parigi
Sito: rotondemuette.paris
Le Select
Le Select è uno dei caffè letterari parigini ad aver conservato maggiormente l’aspetto originale. Quando aprì nel 1925 fu il primo locale del Quartiere Latino a rimanere aperto tutta la notte.
Tra i suoi clienti ci furono in particolare Ernest Hemingway, Henry Miller, Simone de Beauvoir.
In Fiesta (The Sun Also Rises) di Hemingway, il locale fa una sua apparizione più volte perché è una delle mete preferite del giornalista Jake Barnes. Nel romanzo Quartetdi Jean Rhys la fragile protagonista Marya assiste qui a una scenata tra Heidler, il suo amante, e la sua irascibile moglie, Lois. Sembra che il modello per Heidler e la moglie fossero Ford Madox Ford e la compagna Stella Bowen, mentre dietro Marya si celasse la scrittrice stessa.
Il poeta statunitense Hart Crane una sera si ubriacò, tirò pugni a un cameriere e a un poliziotto, attaccò briga con altri uomini presenti finché non fu tramortito dai colpi di risposta e fu portato nel carcere de La Santé. Gide, Cocteau e altri ammiratori si schierarono dalla parte di Crane ma non fu sufficente per farlo rilasciare. Fu l’editore dello scrittore, Harry Crosby, che stava per pubblicare la sua opera The Bridge, a pagare la cauzione per farlo uscire, imbarcandolo poi nel primo volo per New York. Crosby non vedrà la pubblicazione dell’opera di Crane, The Bridge, perché si ucciderà con la compagna a 31 anni l’anno seguente. Anche Crane si ucciderà tuffandosi da una nave e annegando nel Golfo del Messico.
Indirizzo: 99 boulevard du Montparnasse, Parigi
Sito: leselectmontparnasse.fr
Dingo Bar
Inaugurato nel 1923, tra gli anni Venti e Trenta era frequentato soprattutto da artisti e scrittori inglesi e americani. È qui che Scott Fitzgerald conosce Ernest Hemingway nell’aprile 1925, due settimane dopo la pubblicazione del Grande Gatsby. Hemingway inoltre cita il locale in Festa mobile.
Nei locali che un tempo erano occupati dal Dingo Bar oggi si trova L’Auberge de Venise, un ristorante di cucina italiana.
Indirizzo: 10 rue Delambre, Parigi
Noel Riley Fitch, The Grand Literary Cafés of Europe, New Holland Publishers, 2006.