Indirizzo:  piazzale Cimitero Monumentale
Ingresso: gratuito
Orari: da martedì a domenica, ore 8-18; festivi ore 8-13; chiuso i lunedì non festivi
Sitocomune.milano.it

Realizzato su progetto di Carlo Maciachini, il Cimitero monumentale di Milano fu inaugurato nel 1866 dopo che il Municipio di Milano aveva indetto un concorso  nel 1860 per realizzare un grande cimitero che sostituisse quelli piccoli e periferici finora esistiti.

Il Cimitero si caratterizza per la sua eterogeneità di stili, sia nell’architettura degli edifici principali, sia nei monumenti funebri che riempiono lo spazio circostante. Si va dal prevalente stile romanico, alle influenze gotiche e bizantine, dal liberty al neoclassico, dal razionalismo ad altri stili architettonici del Novecento.

Numerose sono le opere di artisti famosi, tra cui Carlo MaciachiniLuca BeltramiErnesto BazzaroOdoardo TabacchiStudio BBPRMedardo Rosso. Tra i monumenti funebri più noti si ricordano la tomba della famiglia Goglio ad opera di Arnaldo Pomodoro e quella della famiglia Davide Campari ad opera di Giannino Castigioni. Tra i personaggi illustri qui sepolti invece si ricordano l’editore Sergio Bonelli, il poeta futurista Filippo Tommaso Marinetti, il pianista Vladimir Horowitz, il direttore d’orchestra Arturo Toscanini (nella monumentale cappella di famiglia ad opera di Leonardo Bistolfi), il tenore Franco Corelli, il politico e giornalista Filippo Turati.

Il Famedio

Oltre i cancelli di ingresso, sulla sommità di un’ampia scalinata, svetta in posizione centrale il Famedio (il neologismo deriva dal latino “famae aedes”, “Tempio della Fama”), una sorta di Pantheon dove vengono celebrati i cittadini illustri. Lo stile architettonico dell’edificio, così come il resto del cimitero, mescola influenze variegate: la pianta è a croce greca, le decorazioni esterne si ricollegano allo stile romanico-pisano per le fasce di pietre a colori alterni, le cuspidi sono riprese dallo stile gotico, i mosaici all’interno si ispirano alla tradizione ravennate.
All’interno si trovano i monumenti funebri dello scrittore Alessandro Manzoni, dello storico ed economista Carlo Cattaneo e dell’architetto Luca Beltrami, mentre due sculture sono dedicate a Mazzini e Verdi. Sulle pareti interne attorno sono installate una serie di targhe marmoree dove vengono ricordati i milanesi illustri, benemeriti e distinti della storia della Patria. In alto, attorno ai rosoni, sono incisi i nomi di quelli vissuti dal IV secolo alla metà del Settecento, nella fascia mediana quelli riconducibili al periodo tra 1750 e 1850, mentre nella parte più inferiore, ulteriormente arricchita da busti e bassorilievi, quelli vissuti dal 1850 ad oggi. Dal 1958 è stato ricavato anche lo spazio per alcuni colombari che custodiscono le spoglie del poeta premio Nobel Salvatore Quasimodo, del giornalista Leo Valiani, dell’artista Bruno Munari e del fisiologo Carlo Forlanini.

La cripta

Nella Cripta, raggiungibile uscendo dal Famedio e scendendo al piano inferiore, riposano i resti mortali di altri milanesi illustri tra cui la poetessa Alda Merini, il poeta Giovanni Raboni, il drammaturgo Renato Simoni, lo scrittore e critico letterario Giancarlo Vigorelli, lo scrittore e librettista Francesco Maria Piave, l’attore e drammaturgo Dario Fo, la moglie, anch’essa attrice e drammaturga, Franca Rame, il fumettista Guido Crepax, il grande pittore del XIX secolo Francesco Hayez, i cantautori Giorgio Gaber e Vincenzo Jannacci.

Tra le tombe delle personalità legate al mondo letterario quindi troviamo (in ordine alfabetico):

Arrigo Boito (nelle Gallerie di Ponente, vicino all’Ufficio Accoglienza);
Dario Fo (nella Cripta);
Alessandro Manzoni
 (nel Famedio);
Filippo Tommaso Marinetti (nel campo IV, in una tomba a terra);
Alda Merini (nella Cripta);
Francesco Maria Piave (nella Cripta);
Salvatore Quasimodo (nel Famedio);
Giovanni Raboni (nella Cripta);
Angela Radius Zuccari in arte Neera (nella Cripta);
Franca Rame (nella Cripta); 
Renato Simoni (nella Cripta);
Giancarlo Vigorelli (nella Cripta).

Alessandro Manzoni

Manzoni morì il 22 maggio 1873 a causa di una meningite provocata da una caduta sulle scale della chiesa di San Fedele nell’omonima piazza. Il corpo fu fatto imbalsamare e dieci anni dopo la morte, nel 1883, fu traslato all’interno del Famedio. Il sepolcro fu tuttavia spostato in posizione centrale, dove si trova oggi, soltanto nel 1958 quando fu posto sul basamento realizzato dallo scultore Giannino Castiglioni

Angela Radius Zuccari in arte Neera

L’angelo scolpito per la sua tomba è stato realizzato da Lina Arpesani nel 1921. L’iscrizione recita: “Qui Angela Radius Zuccari, nelle sue pagine Neera”.