Indirizzo : Castello di Kronborg, Helsingør
Ingresso: a pagamento
Orari: aperto tutto l’anno (da gennaio a marzo, chiuso il lunedì) con orari variabili (consultare il sito ufficiale)
Sito: kongeligeslotte.dk
Costruito nel 1420 dal re danese Eric di Pomerania, venne più volte ampliato nel corso degli anni per sfruttare la sua posizione strategica nel controllo delle rotte marittime del Mar Baltico, dove si esigeva il pagamento di un dazio per le navi mercantili che volevano attraversare il passaggio.
Nel 1585 il re Federico II di Danimarca da fortezza medievale la trasformò in un imponente castello rinascimentale, grazie all’intervento degli architetti fiamminghi Hans Hendrik van Paesschen e Anthonis van Obbergen.
Distrutto da un incendio nel 1629, venne ricostruito sotto re Cristiano IV. Nel 1658 fu conquistato dagli svedesi, che lo depredarono di numerose opere preziose, come la fontana nel cortile del castello e il baldacchino di re Federico II. A partire dal XVIII secolo venne adibito a prigione e affidato all’esercito fino al 1923. Nel 2002 è diventato patrimonio dell’UNESCO.
Oggi è possibile visitare al suo interno gli appartamente reali, la cappella (unica parte a salvarsi dall’incendio del 1629 e che conserva ancora gli arredi rinascimentali), la sala da ballo (realizzata nel 1585, famosa per essere la più lunga di tutta la Scandinavia), le casematte e le prigioni sotterranee dove si trova anche la statua di Holger Dansske (Ogier il danese), dalla lunga barba raccolta sul pavimento, che secondo la leggenda si risveglierà quando la Danimarca sarà in grave pericolo.
Nei pressi della fortezza si trova anche il Museo del commercio e della navigazione (Handels-og Søfartsmuseet).
Subito dopo aver varcato il portale di ingresso, sul muro esterno alla sinistra si trova un bassorilievo del busto di William Shakespeare con un’iscrizione in danese che parla del personaggio di Amleth, figlio di un re che viveva nello Jutland, su cui nel medioevo il monaco e scrittore Saxo Grammaticus basò una saga. Shakespeare riscrisse la storia del personaggio di Amleto e la ambientò nel castello rendendo Elsinore famosa in tutto il mondo.
William Shakespeare
La figura di “Amled” (o “Amleth”) appare già nella Storia dei Danesi (Gesta danorum) di Saxo Grammaticus del XII secolo. In seguito ne fu scritta una versione da Christiern Pedersen nel 1514.
La versione di Saxo Grammaticus fu tradotta in francese nel 1570 da François de Belleforest e inserita nella sua opera Histoires Tragiques, ma non fu tradotta in lingua inglese prima del 1608: sembra infatti che Shakespeare (che scrisse Amleto nel 1601 circa) si fosse ispirato invece a un dramma teatrale, oggi andato perduto e attribuito a Thomas Kyd, dal titolo Ur-Hamlet, rappresentato in Inghiterra nel 1589.
Originariamente la storia di Amled era ambientata nello Jutland, ma fu Shakespeare a spostarla a Elsinore. Non sappiamo tuttavia se il drammaturgo visitò personalmente il castello o ne sentì soltanto parlare. Inoltre Shakespeare chiamò due personaggi Rosenkrantz e Guildenstern (“Gyldenstjerne” in danese), utilizzando i nomi di due delle più potenti e ricche famiglie danesi del XIV e XV secolo.
Fin dal 1800 nel castello si tengono rappresentazioni dell’Amleto, tra i cui interpreti si annoverano famosi attori come Laurence Olivier e Christopher Plummer (per le rappresentazioni in programma consultare il sito hamletscenen.dk), e vengono organizzati tour ispirati al dramma shakespeariano.
Hans Christian Andersen
Nel 1845 H.C. Andersen scrisse la fiaba Oggieri il Danese (Holger Danske) ispirandosi alla leggenda dell’omonimo personaggio, la cui statua si trova nei sotterranei del castello di Kronborg, pronta a risvegliarsi quando la Danimarca sarà in grave pericolo.
In Danimarca c’è un vecchio castello di nome Kronborg, sporge proprio sullo stretto dell’Œresund dove le grandi navi passano a centinaia tutti i giorni, inglesi, russe e prussiane; e salutano coi cannoni il vecchio castello: «bum!» e il castello risponde coi cannoni: «bum!» perché questo è il modo dei cannoni per dire «buongiorno!» «tante grazie!» – D’inverno le navi non vi passano, tutto è ricoperto di ghiaccio fino alla terra svedese dall’altra parte, ma tutto è ordinato come una strada maestra, vi sventolano la bandiera danese e la bandiera svedese e gente danese e gente svedese si dicono: «buongiorno», «tante grazie!» ma non coi cannoni, no, con una gentile stretta di mano, e ognuno va a prendersi il pane di frumento e la ciambella dall’altra parte poiché il pane del vicino è sempre più buono. Ma la magnificenza in tutto questo però è il vecchio Kronborg ed è sotto di esso che vi sta Oggieri il Danese, seduto nel sotterraneo profondo e scuro dove non viene nessuno, egli è vestito di ferro e di acciaio e appoggia la testa sulle braccia vigorose; la sua lunga barba pende giù dal tavolo di marmo al quale si è attaccata, egli dorme e sogna, ma sognando vede tutto ciò che succede su in Danimarca. Ogni notte di Natale passa un angelo di Dio per dirgli che è vero quello che ha sognato e che può rimettersi a dormire poiché la Danimarca non è ancora in vero pericolo! Ma se dovesse trovarcisi, ebbene sì, allora Oggieri il Danese si alzerà e il tavolo si spaccherà quando egli tirerà a sé la sua barba! Allora egli verrà fuori e i suoi colpi risuoneranno in tutti i paesi del mondo. […] (da H.C. Andersen, Tutte le fiabe, Newton Compton Editori, 2011)