Indirizzo: cimitero degli Inglesi, Piazzale Donatello, Firenze
Ingresso: gratuito (apprezzata un’offerta)
Orari: lunedì 9-12; da martedì a venerdì 15-18; sabato e domenica chiuso
Il cimitero detto “degli Inglesi” nasce nel 1827 dall’esigenza di dare sepoltura ai numerosi stranieri di religione non cattolica che si trasferirono a Firenze a partire dai primi dell’Ottocento. Spesso, infatti, molti stranieri trascorrevano un periodo più o meno prolungato in città e nei colli circostanti per motivi di salute, beneficiando del clima mite.
Per venire incontro alle esigenze della comunità straniera, nel 1827 il granduca Leopoldo II cedette alla comunità evangelica svizzera la collinetta presso Porta a Pinti, prima di allora utilizzata come una sorta di gradinata per seguire le partite del gioco del pallone che si svolgevano nella radura dove oggi si trova Viale Matteotti.
Il cimitero quindi fu costruito fuori dalle mura cittadine per l’editto napoleonico che proibiva le sepolture entro le mura; i primi tempi fu anche soggetto ad atti di vandalismo per l’ostilità di una parte della comunità cattolica che considerava i protestanti degli eretici.
Progettato da Carlo Reishammer, il cimitero aveva inizialmente forma poligonale e assunse l’attuale forma ovale a seguito della creazione dei viali di circonvallazione ideati da Giuseppe Poggi nel 1865, quando Firenze divenne capitale d’Italia e fu sottoposta ad un’ampia opera di urbanizzazione.
Nel 1877 il cimitero, che ospitava circa 1500 persone di diverse nazionalità, fu chiuso per mancanza di spazio, trasferendo le sepolture al cimitero evangelico degli Allori, tra Galluzzo e Due Strade. Sono gli anni in cui il cimitero giace in uno stato di abbandono, danneggiato anche da una bomba sganciata durante la Seconda guerra mondiale. A partire dal 1996, con l’inumazione del coreografo e ballerino russo Eugenij Poljakov, è stato riaperto grazie alla concessione di nuove sepolture, limitate alle sole ceneri, aprendo le porte anche ai visitatori.
Nonostante sia circondato dai viali trafficati e rumorosi, il cimitero conserva un’atmosfera onirica e suggestiva, la stessa che ispirò il pittore svizzero Arnold Böcklin per il suo dipinto L’isola dei morti.
Il cimitero è inoltre l’ambientazione della sequenza iniziale del film Un tè con Mussolini di Franco Zeffirelli.
Tra le sepolture illustri ci sono la poetessa Elizabeth Barrett Browning, lo scrittore Walter Savage Landor, la scrittrice Frances Trollope e sua nuora, la poetessa Theodosia Garrow Trollope, lo scultore Hiram Powers, il pittore Jean Charles Müller, Maria Anna Böcklin (figlia del pittore), l’intellettuale Giovan Pietro Vieusseux, fondatore dello storico gabinetto che ancora oggi ha sede a Firenze, gli ultimi discendenti di William Shakespeare, Beatrice Shakespeare ed Edward Claude Shakespeare Clench, la moglie dello scultore William Holman Hunt di cui egli stesso ha scolpito la tomba, gli storici Jacques Augustin Galiffe e Robert Davidsohn.
Elizabeth Barrett Browning
Elizabeth morì nel 1861 a Firenze, dove aveva trascorso gli ultimi quindici anni, e fu sepolta nel cimitero degli Inglesi.
La tomba di Elizabeth venne progettata dallo scultore Sir Frederic Leighton e una foto del monumento funebre ispirò il poema di Emily Dickinson The soul selects her own society.
Il film di Franco Zeffirelli Un tè con Mussolini si apre proprio con una scena nel cimitero degli Inglesi con un gruppo di inglesi che celebrano il ricordo di Elizabeth Barrett Browning di fronte alla sua tomba (leggermente differente da quella reale).
Giovan Pietro Vieusseux
Giovan Pietro Vieusseux, fondatore del Gabinetto Scientifico Letterario che porta il suo nome e che divenne nell’Ottocento un importante salotto in cui si confrontavano intellettuali provenienti da tutt’Europa, morì a Firenze nel 1863. Il monumento funebre, di autore ignoto, è stato commissionato “dagli amici ed estimatori” ed è scolpito con motivi floreali che circondano il profilo del letterato ginevrino.