Prendete la Metro B, fermata Piramide, e vi ritroverete nel cuore del vivace rione del Testaccio, che prende il nome dai cocci delle anfore che in epoca romana qui venivano accumulati. Nel piazzale Ostiense, dove vi ha lasciato la metropolitana, vi ritroverete proprio a pochi passi dalla Piramide di Caio Cestio che, con la sua altezza di 36 metri, non passa certo inosservata.
Completata nel 12 a.C., la Piramide Cestia fu costruita secondo il modello delle piramidi egiziane per custodire le spoglie di Gaio Cestio Epulone, un pretore e tribuno della plebe romano.
Una sepoltura per i protestanti
A partire dal Settecento, la zona adiacente alla Piramide iniziò a ospitare le tombe di tutti quelli che non abbracciavano la fede cattolica, tra cui molti stranieri di nazionalità inglese residenti a Roma, motivo per cui in seguito fu soprannominato “Cimitero degli inglesi“.
Fino alla fine del XVII secolo gli “impenitenti“, ovvero tutti coloro che non professavano la fede cattolica o appartenevano a ceti moralmente e socialmente infimi, venivano seppelliti al Muro Torto, presso la Porta Pinciana, al confine con villa Borghese. I protestanti dei ceti sociali più elevati, che spesso arrivavano a Roma per il Grand Tour (quel viaggio alla scoperta della cultura classica e rinascimentale), non potevano però accettare una sepoltura in un luogo degradante come il Muro Torto, assieme a prostitute, suicidi e criminali. Così il Vaticano concesse il permesso per l’istituzione di un cimitero destinato ai non cattolici nella zona adiacente alla Piramide di Caio Cestio.
Inizialmente però le tombe dei protestanti non potevano avere lapidi o segni di riconoscimento; inoltre era completamente assente una recinzione a difesa del cimitero che si confondeva con l’aperta campagna, tanto che i pastori vi portavano i greggi al pascolo.
Le prime sepolture avvenivano di notte per evitare manifestazioni di fanatismo religioso, che comunque trovavano sfogo in atti vandalici ai danni delle tombe. Dopo le pressioni dei rappresentati diplomatici stranieri, il cimitero venne delimitato da un fossato e fu riconosciuto ufficialmente nel 1821.
Ospiti letterari
Nel cimitero del Testaccio riposano le spoglie di alcuni importanti scrittori: tra i più illustri infatti ci sono i poeti romantici inglesi John Keats e Percy Bysshe Shelley.
La tomba di Keats, morto a Roma giovanissimo nel febbraio 1821, si trova nella parte antica del cimitero (a sinistra rispetto all’entrata), immersa nel prato. Il nome del poeta non è indicato sulla lapide: Keats infatti aveva espresso il desiderio che vi venisse incisa una sola frase: “Here lies One Whose Name was writ in Water” ovvero “Qui giace colui il cui nome fu scritto sull’acqua”. L’amico Joseph Severn, che lo aveva accompagnato a Roma assistendolo fino alla fine, fece poi aggiungere l’immagine di una lira e un’altra iscrizione:
This Grave contains all that was mortal, of a YOUNG ENGLISH POET, who on his Death Bed, in the Bitterness of his heart, at the Malicious Power of his enemies, desired these words to be Engraven on his Tomb Stone: “Here lies One Whose Name was writ in Water”
trad. “Questa tomba contiene i resti mortali di un giovane poeta inglese che nel suo letto di morte, nell’amarezza del suo cuore, di fronte al malvagio potere dei suoi nemici, desiderò che queste parole fossero scolpite sulla sua lapide. Qui giace colui il cui nome fu scritto sull’acqua.”
L’amico Joseph Severn volle poi essere sepolto nella tomba accanto.
La tomba di Percy Bysshe Shelley si trova nella zona vecchia, a nord, adiacente al muro di cinta. Shelley morì tragicamente l’8 luglio 1922 nel Golfo di La Spezia, sorpreso da una tempesta mentre navigava a bordo della sua goletta “Ariel”. Il suo corpo, ritrovato sulla costa di Viareggio, fu cremato sul luogo e le ceneri furono trasportate in questo cimitero. Sulla sua tomba è scolpita un’epigrafe tratta da La tempesta di Shakespeare, alcuni versi pronunciati da Ariel, lo spirito dell’aria (lo stesso che dava il nome alla goletta di Shelley):
“Nothing of him that doth fade / but doth suffer a sea change / into something rich and strange”
“Ma niente di lui sarà vano / che per un incanto del mare / dovrà trasformarsi in qualcosa / di ricco e di strano” (trad. Diego Angeli su gutemberg.org)
Oltre ai poeti romantici inglesi, nel cimitero del Testaccio riposano due importanti intellettuali e scrittori italiani: Antonio Gramsci e Carlo Emilio Gadda.
Antonio Gramsci era stato incarcerato dal regime fascista nel 1926, nella casa penale di Turi. Durante gli anni di reclusione aveva scritto i Quaderni del Carcere ma le sue condizioni di salute si erano progressivamente aggravate. Fu così trasferito in libertà condizionata alla clinica “Quisisana” di Roma, ma morì due anni dopo, il 27 aprile 1937. Le sue ceneri furono dapprima inumate nel Cimitero del Verano e in seguito traslate nel cimitero acattolico, dove oggi si trovano nel quadro 2 della “zona terza”, più precisamente nell’estremità destra rispetto all’ingresso (lato che costeggia via Zabaglia), affacciata sul sentiero centrale.
Ispirato dalla vicenda, Pier Paolo Pasolini scrisse il poemetto Le ceneri di Gramsci (nella raccolta omonima), dove immagina un dialogo con Gramsci, accennando tra l’altro al cimitero del Testaccio e alla tomba di Shelley.
Carlo Emilio Gadda, l’ingegnere scrittore noto soprattutto per il romanzo Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, morì a Roma il 21 maggio 1973 e fu sepolto nel Cimitero di Prima Porta, ma nel 2000 le ceneri sono state traslate nel cimitero del Testaccio (zona vecchia, fila 8). L’iscrizione sulla tomba recita:
“Qui nel cuore antico / e sempre vivo / di sogni e d’utopie / Roma dà asilo / alle spoglie di / Carlo Emilio Gadda / geniale e studioso artista / dalle forti passioni / morali e civili / signore della prosa / Milano 1893 – Roma 1973”
Per conoscere le altre personalità sepolte nel Cimitero del Testaccio, si rimanda alla relativa pagina sul sito di Turismoletterario.
Alcuni custodi speciali
Una curiosità: Il Cimitero del Testaccio vanta dei guardiani molto particolari: sono i Gatti della Piramide, ospitati nella colonia felina adiacente alla Piramide Cestia. Hanno anche un sito internet dove trovare il merchandising personalizzato e la rivista Catzine con informazioni sulla vita dei gatti e l’attività della colonia.
Informazioni e mappa
Sul sito ufficiale troverete la mappa del cimitero con le indicazioni delle tombe più famose. Nel 2016, inoltre, si terranno le celebrazioni per il 300° anniversario del cimitero e per l’occasione è stato stampato un nuovo libro: Nicholas Stanley-Price, Il Cimitero Acattolico di Roma. La storia, le persone e una sopravvivenza lunga 300 anni, Cimitero Acattolico di Roma, 2014.
Bibliografia
Wolfgang Krogel, All’ombra della Piramide: storia e interpretazione del Cimitero acattolico di Roma, Roma, Unione internazionale degli istituti di archeologia, storia e storia dell’arte, 1995.