Italia
Roma
Targa commemorativa
Joyce trascorse a Roma sette mesi e sette giorni, tra il settembre e il novembre del 1906, un periodo durante il quale iniziava a concepire l’idea di scrivere l’Ulysses. Sulla targa in cui soggiornò si trova una targa commemorativa dettata da Giorgio Melchiori nel 1982 – centenario dalla nascita di Joyce – che recita: «In questa casa romana /dove abitò dall’agosto al dicembre 1906 / James Joyce / esule volontario / evocò la storia di Ulisse / facendo della sua Dublino / il nostro universo».
Indirizzo: via Frattina 52, Roma
Trieste
Joyce vive a Trieste dal 1904 al 1915, con qualche interruzione, e successivamente nel 1919-20; durante questo periodo cambia casa nove volte, in alcune delle quali abita per pochissimo. Lavora come insegnante di inglese, prima alla Berlitz School, poi alla Scuola superiore di commercio “Revoltella”. Impartisce inoltre lezioni private per arrotondare un po’ il modesto salario che tuttavia non sa ben gestire, sperperando tutto il denaro e ritrovandosi spesso pieno di debiti. A Trieste inoltre progetta e scrive Gente di Dublino, Il ritratto dell’artista da giovane e vari capitoli dell’Ulisse e qui nascono i suoi due figli, Giorgio e Lucia. Quando nel 1915 scoppia la Prima guerra mondiale, Joyce lascia Trieste per rifugiarsi a Zurigo. Vi tornerà nel 1919, ospite in casa della sorella Eileen, trattenendosi solo due anni, per poi ripartire e non farvi più ritorno.
Le case in cui Joyce abita a Trieste sono, in ordine cronologico:
1. piazza del Ponterosso 3 (marzo 1905)
2. via San Nicolò 30 (1 maggio 1905-24 febbraio 1906)
3. via Giovanni Boccaccio 1 (24 febbraio – 30 luglio 1906)
4. via San Nicolò 32, presso il fratello Stanislaus (marzo-novembre 1907)
5. via Santa Caterina 1 (1 dicembre 1907 – primi di marzo 1909)
6. via Vincenzo Scussa 8 (6 marzo 1909 – 24 agosto 1910)
7. via della Barriera Vecchia 32 (fine agosto 1910 – primi di settembre 1912)
8. via Donato Bramante 4 (settembre 1912 – 28 giugno 1915)
9. via della Sanità 2, presso la sorella Eileen (metà ottobre 1919 – primi di luglio 1920)
Casa temporanea in Piazza del Ponterosso (1°)
Al terzo piano di questo edificio si trova il primo appartamento triestino dei Joyce. James e Nora alloggiarono qui nel mese di marzo 1905, finché la padrona di casa non scoprirà la gravidanza della donna e, non volendo grane con neonati urlanti, decide di sfrattarli.
Indirizzo: piazza del Ponterosso 3, 3° piano, Trieste
Casa di via Boccaccio (3°)
I Joyce vivranno per alcuni mesi, dal 24 febbraio al 30 luglio 1906, in questo edificio del 1903 riconoscibile per la decorazione in stile liberty sul portale d’ingresso. L’appartamento al secondo piano era condiviso con i coniugi Francini Bruni, che lo scrittore conosceva perché Alessandro Francini Bruni era un insegnante di italiano, suo collega alla “Berlitz”. Quando il direttore della scuola, Artifoni, comunicherà ai due fratelli Joyce di non poter continuare a stipendiare entrambi a causa di alcuni problemi finanziari, Joyce deciderà di lasciare Trieste nel luglio del 1906 dopo aver trovato lavoro a Roma come corrispondente per una banca austriaca.
Indirizzo: via Giovanni Boccaccio 1, Trieste
Case in via San Nicolò 30 e 32 (2° e 4°)
La signora Canarutto, moglie del tappezziere Moisè, affitta loro una stanza del suo appartamento al secondo piano di via San Nicolò 30 (edificio poi abbattuto per far posto alla costruzione tuttora esistente). All’epoca la casa si trovava a fianco della Berlitz (quando la sede era in via San Nicolò 32). Vissero qui dal 1 maggio 1905 al 24 febbraio 1906.
Al ritorno da Roma nel marzo 1907, dove si era trasferito per un nuovo lavoro a fine luglio 1906, prende momentaneamente alloggio presso il fratello Stanislaus, al 32 di via San Nicolò, 3° piano (nello stesso luogo dove si trovava la Berlitz, ora al n° 33).
Indirizzo: via San Nicolò 30 e 32, Trieste
Casa temporanea in via Santa Caterina (5°)
Quella al primo piano di via Santa Caterina fu una delle ennesime sistemazioni transitorie; qui i Joyce vi trascorsero il Capodanno 1908. L’edificio odierno ha un aspetto differente rispetto a quello dell’epoca.
A testimonianza del disagio che provavano vivendo in questo appartamento è il fatto che lo scrittore e Nora, per andare in camera, dovevano passare dalla stanza del fratello Stanislaus, cosa che provocava alcune liti, soprattutto quando James rientrava tardi dopo essere andato per osterie a bere. La difficoltà di vivere in uno spazio ristretto tutti assieme andava ad aggiungersi ai litigi dovuti ai ripetuti problemi finanziari di James di cui spesso Stanislaus si faceva carico, una situazione che spinse quest’ultimo ad andare a vivere da solo in una stanza in via Mazzini 27 (già via Nuova).
Indirizzo: via Santa Caterina 1, 1° piano, Trieste
Casa di via Scussa (6°)
Dal marzo 1909 all’agosto 1910 Joyce vive con la famiglia in via Scussa, nell’appartamento del triestino Giovanni Scholz, che abita nello stesso stabile al terzo piano. Durante questo periodo lo scrittore torna due volte in Irlanda, portandosi con sé le sorelle, Eva al ritorno dal primo viaggio e successivamente Eileen. In questo periodo è talvolta un avventore del Caffè “San Marco”, molto apprezzato anche dal fratello Stanislaus che qui si ritrova con alcuni intellettuali triestini e irredentisti, frequentazioni che lo porteranno all’arresto e a quattro anni di internamento a Katzenau, in Austria.
Indirizzo: via Vincenzo Scussa 8, Trieste
Casa in via della Barriera Vecchia (7°)
Dall’agosto 1910 al settembre 1912 la famiglia Joyce si trasferisce in via della Barriera Vecchia 32 (ora via Oriani 2), un appartamento spazioso ma modesto, al terzo piano di uno stabile dove c’è la farmacia del dott. Giovanni Picciola, il proprietario di casa dei Joyce. In questo appartamento, oltre allo scrittore vivevano la moglie Nora, i due bambini Giorgio e Lucia, le sorelle Eileen e Eva. A pochi passi da casa c’erano la pasticceria Pirona, frequentata assiduamente da Joyce che amava i presnitz, dolci tipici triestini, e la casa di tolleranza “La chiave d’oro”, un’altra delle probabili mete dello scrittore.
Indirizzo: via Oriani 2 (già via della Barriera Vecchia 32), 3° piano, Trieste
Casa di via Bramante (8°)
Dopo il lungo peregrinare “immobiliare” di Joyce, da una residenza temporanea all’altra, quella al secondo piano di via Bramante 4 può considerarsi la più definitiva: Joyce si trasferì nel settembre 1912 fino al giugno 1915 e qui iniziò a scrivere l’Ulisse, come ricorda una targa apposta sulla facciata dell’edificio, e completò Esuli. In questo periodo lavora alla Scuola superiore di Commercio “Revoltella”, grazie all’amico Ettore Schmitz (lo scrittore Italo Svevo) che gli fa ottenere il posto. Nella casa in via Bramante inoltre tiene alcune lezioni private nella stanza riservata agli ospiti, dove si trova inoltre il pianoforte acquistato a rate con cui James si esercita al canto. Un allievo di Joyce, Dario de Tuoni, ci descrive alcune particolarità della casa, come ad esempio l’assenza di libri nella sala: «Quando si rendeva necessaria la presenza di un libro, Joyce si infilava nella camera da letto, affrettandosi a chiudere la porta alle sue spalle. Dopo un po’ ricompariva con il libro desiderato […] Ogni vano con le porte costantemente chiuse costituiva una specie di compartimento stagno, in cui la vita scorreva per conto proprio indipendentemente da quanto accadeva nell’ambiente vicino».
Indirizzo: via Donato Bramante 4, 2° piano, Trieste
Ultima casa triestina in via della Sanità (9°)
Joyce torna a Trieste dopo aver trascorso quattro anni a Zurigo, dove era fuggito allo scoppio della prima guerra mondiale. La sua ultima residenza triestina, quella in cui visse dall’ottobre 1919 al luglio dell’anno successivo, fu l’appartamento della sorella Eileen, al terzo piano di via della Sanità, che seppur molto spazioso, arrivò ad accogliere ben undici persone (James e Nora con i due figli, il fratello Stanislaus, la sorella Eileen con il marito Frantisek Schaurek e due figlie, la cuoca Ivanka e la bambinaia Loiska).
Indirizzo: via Armando Diaz 2 (già via della Sanità 2), 3° piano, Trieste
Museo Joyce
Statua di James Joyce
Realizzata nel 2004 da Nino Spagnoli, rappresenta il legame tra James Joyce e questa città che lo ospitò dal 1904 al 1920. Alla base della scultura, una citazione tratta da una lettera alla moglie Nora che testimonia questo forte legame: “…la mia anima è a Trieste”.
Indirizzo: Ponterosso, via Roma 16, Trieste
Berlitz School
Fondata nel 1901 da Almidano Artifoni (personaggio che compare come maestro di musica di Stephen Dedalus nel decimo capitolo dell’Ulisse), aprirà al primo piano di via San Nicolò 32 nel 1903, fino al 1905. Nel 1906 si trasferisce al terzo piano del numero 33, poi dal 1909 al 1911 in via della Cassa di Risparmio 1 (già via del Canal Grande), dal 1912 alla temporanea chiusura nel 1914 con lo scoppio della prima guerra mondiale in via della Sanità 10.
Joyce insegnerà qui dal 1905 al 1907, escluso il breve soggiorno a Roma. Lo scrittore aveva anche allievi altolocati come il conte Sordina e il barone Ralli, motivo di orgoglio come si evince da alcune lettere scritte in questo periodo. Pochi mesi dopo la sua assunzione, si libererà un secondo posto come insegnante di inglese e Joyce convincerà il fratello Stanislaus a raggiungerlo a Trieste per lavorare alla Berlitz.
Indirizzo: via San Nicolò 32, 1° piano, Trieste
Scuola Superiore di Commercio “Revoltella”
Grazie agli amici Ettore Schmitz (lo scrittore Italo Svevo) e Nicolò Vidacovich, ottenne un posto di lavoro come insegnante di inglese presso la Scuola superiore di Commercio che ricoprì dal 1913 al 1915, per poi riprenderlo nel 1919, quando tornò a Trieste dopo la parentesi zurighese e la scuola era diventata Università. Dalle lettere scritte al fratello si evince che non amasse molto lavorare in questa scuola, nonostante l’incarico consistesse in una sola ora di lezione ogni giorno.
Quando nel 1920 Joyce lasciò Trieste, passò l’incarico al fratello Stanislaus, che fu assunto l’anno successivo e vi rimase fino al 1955. L’Università fu trasferita in via dell’Università 7, dove oggi ha sede la facoltà di Lettere.
Indirizzo: via Carducci 12, Trieste
Caffè “Stella Polare”
Caffè Pasticceria “Pirona”
Caffè San Marco
Busto di Joyce nel Giardino pubblico “Muzio De Tommasini”
Vecchia sede del “Il Piccolo” e “Il Piccolo della Sera”
Proseguite a diritto lungo via Santa Caterina fino ad incrociare Corso Italia. Svoltate a sinistra e proseguite fino a raggiungere Piazza Goldoni. Qui, al numero 1, si trova Palazzo Tonello, quella che un tempo era la sede dei giornali Il Piccolo e Il Piccolo della Sera. Nel 1907 Joyce fu invitato a scrivere per Il Piccolo della Sera una serie di articoli sull’Irlanda, nove in totale, che apparvero tra gli anni 1907 e 1912 (i due articoli del 1909 erano incentrati su George Bernard Shaw e su Oscar Wilde). I rapporti con il direttore del giornale, Roberto Prezioso, si incrinarono quando nel 1911 Joyce notò che l’amico aveva un atteggiamento troppo intimo con la moglie Nora arrivando persino a farle dei complimenti audaci (“Il sole si è levato per lei…”).
Indirizzo: Palazzo Tonello, piazza Goldoni 1, Trieste
Teatro comunale “G. Verdi”
Nonostante fosse costantemente squattrinato, quando poteva permetterselo Joyce andava all’opera. Era un appassionato del melodramma e lui stesso aveva preso lezioni di canto, esercitandosi col pianoforte che aveva acquistato a rate. Frequentava il loggione che in Giacomo Joyce ci descrive come un posto non proprio gradevole: “Loggione. Le pareti impregnate trasudano un vapore umido. Una sinfonia di odori fonde la massa di accalcate forme umane: puzzo stantio di ascelle, annusamento di aranci, petti sudaticci di unguenti, acqua di resina, fiato di cene all’aglio solforoso, fetide scorregge fosforescenti, gaggia, lo schietto sudore delle donne maritate e maritabili, la puzza saponosa degli uomini…”
Il Teatro comunale “G. Verdi” fu inaugurato il 21 aprile 1801, costruito su progetto degli architetti Gian Antonio Selva (che ha progettato anche il Teatro La Fenice di Venezia) e Matteo Pertsch (a cui si deve soprattutto la facciata principale, da non confondere con la facciata che dà sul mare, realizzata nel 1884 dall’ingegnere Eugenio Geiringer). Inizialmente si chiamava “Teatro Nuovo”, poi divenne “Teatro Grande” nel 1820 ed infine fu intitolato al compositore Giuseppe Verdi nel 1901.
Il teatro era frequentato anche dallo scrittore Italo Svevo che vi si recava accompagnato dalla moglie Livia Veneziani.
Indirizzo: riva 3 Novembre, 1, Trieste
Politeama Rossetti
Cattedrale di San Giusto
Nella Cattedrale di San Giusto, il 12 aprile 1915 si sposa la sorella dello scrittore, Eileen Joyce, con Frantisek Schaurek, cassiere in una banca triestina. Joyce, indossando un vestito elegante che si era fatto prestare per l’occasione, accompagna la sorella all’altare. Sul muro di fronte alla facciata della chiesa è stata apposta una piccola targa che ricorda l’episodio.
Chiesa greco-ortodossa di San Nicolò
Joyce non era credente ma a volte si recava in questa chiesa per assistere alla messa secondo il rito greco-ortodosso, affascinato dalla funzione che poi descrive in una lettera del 4 aprile 1905 al fratello Stanislaus: “La messa greca è strana. L’altare non è visibile, ma ogni tanto il prete apre i cancelli e si fa vedere. Li apre e li richiude circa sei volte […]”.
Indirizzo: riva 3 Novembre, Trieste
Stazione Centrale di Trieste
Qui Joyce e Nora arrivano il 20 ottobre 1904, da qui partiranno in seguito per Roma, Zurigo e Dublino. Anche Stanislaus Joyce, invitato dal fratello a Trieste per ricoprire il posto vacante di insegnante di inglese alla Berlitz School, arriverà con il treno a questa stazione nel 1905.
Ex ristorante Dreher, Palazzo della Borsa Nuova
Qui un tempo si trovava il ristorante “Dreher” dove Joyce cenava spesso e si incontrava con gli amici. Qui commissionò il suo ritratto a Tullio Silvestri. Progettato in stile liberty dall’architetto viennese Emil Bressler e terminato nel 1910, l’edificio divenne nel 1928 il centro di scambi azionario triestino.
Indirizzo: piazza della Borsa, Trieste
Croazia
Pola
Joyce visse un breve periodo della sua vita a Pola (detta anche Pula), oggi in Croazia, tra il 1904 e il 1905, dove lavorava come insegnante di inglese, e ne parla anche nell’opera Ritratto dell’artista da giovane.
Targa commemorativa
Sull’edificio in cui si trovava la Berlitz School dove Joyce, insegnava, oggi si trova una targa, in croato e in inglese, che recita: “U ovoj je kuči 1904-05 radio / kao nastavnik engleskog jezica / znamentiti irski pisac James Joyce — In 1904-05 James Joyce, the famous Irish authir, taught English in this building”.
Indirizzo: Uspon Svetog Stjepana, all’angolo con Trg Portarata, Pola
Statua commemorativa
Di fronte al bar Uliks, che prende il nome dall’opera più famosa di Joyce, l’Ulysses, a pochi passi dall’edificio in cui si trovava la scuola di inglese dove Joyce insegnò, c’è una statua che ritrae lo scrittore seduto realizzata dallo scultore croato Mate Čvrljak. Una targa alle sue spalle recita: “Irski pisac / James Joyce / 1882 – 1941” (“Scrittore irlandese / James Joyce”).
Indirizzo: Trg Portarata, Pola
Francia
Parigi
Targa commemorativa sull’edificio in cui ha soggiornato
Joyce, dopo essersi sottoposto ad un intervento all’occhio, visse per un certo periodo con la sua famiglia presso lo scrittore Valery Larbaud al numero 71 di rue du Cardinal Lemoine, una strada dietro il Pantheon. Sylvia Beach nella sua autobiografia ci racconta: “Si entrava da un grande cancello, poi si arrivava in una piazzetta quadrata, circondata da alberi, e l’appartamento si trovava dietro quegli alberi. Qui lo scrittore amava rifugiarsi per i lunghi periodi di solitudine e di lavoro, ritirandosi quasi in clausura, dove nessuno era ammesso, all’infuori della donna delle pulizie. Quando Joyce si operò, Larbaud che stava per andarsene da Parigi per un mese, pensò che l’albergo (in rue de l’Université) non fosse un posto adatto per un infermo e lo invitò con la famiglia a casa sua. La famiglia Joyce si installò nelle piccole stanze eleganti; Joyce, bendato per l’operazione, occupava il letto di Larbaud”.
Oggi una targa apposta sull’edificio recita “James Joyce (1882-1941), écrivain britannique d’origine irlandaise, accueilli par Valery Larbaud, a achevé ici son roman “Ulysse”, ouvrage majeur de la littérature du vingtième siècle.”
Indirizzo: 71 rue du Cardinal-Lemoine (5ème arrondissement), Parigi
Shakespeare and Company
Beaugency
Il ponte del diavolo Il ponte di Beaugency è lungo 460 metri e collega le due sponde del fiume Loira. La sua prima costruzione risale al XIV secolo. È costituito da 24 archi di forma differente e nei secoli ha subito vari danni e successive ricostruzioni.
Joyce intraprese un viaggio nella Loira alla fine del giugno 1936. Visitò Beaugency, presso Orleans, e poi si fermò a Villers sur mer e Deauville prima di ritornare a Parigi alla metà di agosto. Durante questo viaggio, mentre soggiornava all’Hotel de l’Abbaye di Beaugency, lo scrittore irlandese ebbe modo di conoscere il “Ponte del Diavolo” a Beaugency e la leggenda “del gatto e del diavolo”, molto conosciuta a livello locale. Così, pochi giorni più tardi, Joyce scrisse una lettera datata 10 agosto 1936 al nipote Stephen in cui narrava la storia del Ponte del Diavolo.
La storia racconta del patto stretto tra il sindaco di Beaugency (il cui nome è Byrne, come il sindaco di Dublino dal 1930 al 1939) e il Diavolo, in cui quest’ultimo prometteva di costruire in una notte il ponte sulla Loira tanto desiderato dalla popolazione, chiedendo in cambio l’anima di colui che l’avrebbe attraversato per primo. Il giorno successivo il sindaco si presenta presso il ponte con un gatto, un secchio d’acqua e una catena d’oro al collo. Ad un tratto, mentre il gatto gioca con la catena d’oro, il sindaco prende il secchio d’acqua e glielo rovescia addosso così che il felino, bagnato fradicio, scappi attraversando il ponte e saltando dritto nelle braccia del diavolo, salvando tutti gli umani del villaggio.
Questo racconto venne pubblicato per la prima volta nel 1957 in un volume di Lettere di James Joyce, redatto da Stuart Gilbert, ed in seguito fu pubblicato come libro illustrato nel 1964 con il titolo “Il gatto e il diavolo”. Altre edizioni illustrate uscirono nel 1965 e nel 1980.
Irlanda
Dublino
Targa commemorativa nel luogo di nascita
Indirizzo: 41 Brighton Square, Dublino
The James Joyce Centre
“The James Joyce Centre” non è propriamente un museo, ma un centro che organizza gruppi di lettura, passeggiate letterarie e altri eventi per valorizzare il legame tra James Joyce e la sua città, Dublino. Al suo interno è possibile scoprire la vita e le opere dello scrittore irlandese tramite documentari e altri strumenti interattivi.
L’edificio nel quale si trova il centro non ha una diretta relazione con l’autore irlandese: un tempo però era appartenuto al Prof. Denis J. Maginni, maestro di ballo che appare anche come personaggio nell’Ulysses.
Indirizzo: 35 North Great George’s Street, Dublino
Ingresso: a pagamento
Sito: jamesjoyce.ie
Orari: martedì-sabato 10-17, domenica 12-17 (ottobre-marzo); lunedì-sabato 10-17, domenica 12-17 (aprile-settembre)
Ulisse: 7 Eccles Street
Al numero 7 di Eccles Street vive nella finzione letteraria Leopold Bloom, protagonista dell’Ulysses, e buona parte del capitolo “Calypso” si svolge qui.
Questo stesso indirizzo era in realtà l’abitazione dell’amico di Joyce, John Francis Byrne, nel 1909, anno in cui lo scrittore tornò a Dublino da Trieste assieme al figlio Giorgio. Durante questa visita Joyce venne a sapere di alcune relazioni amorose – insinuazioni poi rivelatesi infondate – che la compagna Nora aveva intrattenuto con altri uomini mentre già frequentava lo scrittore. Così, preso da un impeto di rabbia e gelosia, le scrisse delle lettere ingiuriose. Non è un caso inoltre che la protagonista dell’Ulysses, Molly, sia infedele al marito.
C’è un episodio vissuto da Joyce che ritorna nella sua opera: in quei giorni, durante una passeggiata per la città, Joyce suggerì a Byrne di pesarsi nella bilancia che si trovava fuori dalla farmacia di Francis Frœdman al 19 di North Frederick Street. Poco dopo, tornando a casa, Byrne si rende conto di aver dimenticato la chiave e scavalca il cancello per poter entrare in casa dalla cucina nel seminterrato. Questi due episodi ritornano nell’Ulysses: anche Leopold Bloom, nel capitolo “Itaca“, si pesa alla bilancia di 19 North Frederick Street (il peso e l’altezza, non a caso, sono gli stessi di Byrne) e poco dopo scavalca l’inferriata del seminterrato entrando in casa dalla cucina.
Al posto della casa originaria ora si trova il l’ospedale “Mater Private Hospital”. La porta originale di 7 Eccles Street è conservata oggi nel James Joyce Centre. Quando nella metà degli anni Sessanta le case di Eccles Street venivano smantellate per far posto ad un ampliamento dell’ospedale, il proprietario del famoso pub Bailey, John Francis Ryan, con il supporto del poeta Patrick Kavanagh, acquistò la porta e la conservò per trent’anni nel locale prima di donarla al James Joyce Centre dove si trova tuttora.
Indirizzo: Eccles Street, Dublino
Belvedere College
Proprio in cima alla strada del James Joyce Centre si trova il Belvedere College, dove lo scrittore ha studiato per un periodo e che compare nelle pagine del Ritratto dell’artista da giovane. Costruita nel 1832, la scuola era gestita dai gesuiti. Qui Joyce conobbe il professor signor Dempsey, insegnante di geografia e inglese, che gli fece scoprire Le avventure di Ulisse di Charles Lamb, opera che in futuro lo influenzerà in modo determinante.
Indirizzo: 6 Great Denmark St., Dublino
Mountjoy Square
Una delle cinque piazze georgiane di Dublino, fu costruita nel XVIII secolo su progetto di Luke Gardiner, 1° Visconte di Mountjoy. È stata la residenza di numerosi irlandesi illustri tra cui il drammaturgo Séan O’Casey, che viveva al numero 35 e qui ha ambientato l’opera teatrale Il falso repubblicano (The Shadow of a Gunman, 1923), e William Butler Yeats che ha vissuto al numero 53. Joyce, che per un periodo ha vissuto nella vicina Fitzgibbon Street, vi ha ambientato alcune scene del decimo capitolo (“Rocce vaganti”) dell’Ulisse in cui padre Conmee attraversa la piazza nel tragitto verso Fairview.
John Conmee era il rettore del collegio gesuitico Clongowes Woods e prefetto degli studi del Belvedere College che Joyce (e il suo alter ego Stephen Dedalus) ha frequentato. Un incontro fortuito nel 1893 con il padre di Joyce proprio in Mountjoy Square ha permesso a James e al fratello Stanislaus di potersi iscrivere al Belvedere College.
Indirizzo: Mountjoy Square, Dublino
34 Fitzgibbon Street
Qui si trovava una delle case della famiglia Joyce a Dublino, forse la più grande e confortevole (l’attuale numero civico 34 corrisponde al 14 Fitzgibbon Street dell’epoca). La famiglia Joyce visse qui quasi un anno (1893) durante il quale John Joyce, padre del futuro scrittore, ha avuto un incontro fortuito con padre John Conmee all’epoca prefetto degli studi del Belvedere College, un incontro che ha permesso ai fratelli James e Stanislaus di frequentare quella scuola.
Indirizzo: 34 Fitzgibbon Street, Dublino
Gente di Dublino: St Francis Xavier’s Church
Questa chiesa è parte dell’ambientazione del racconto La grazia in Gente di Dublino. Viene menzionata anche in L’incontro. La chiesa fu costruita nel 1832 ed ha una facciata contraddistinta da quattro colonne ioniche. È gestita dai gesuiti, all’epoca considerati in Irlanda l’ordine cattolico più istruito e socialmente prestigioso. Al tempo di Joyce gestivano anche il Belvedere College, un istituto che aveva frequentato anche lo scrittore (narrando alcuni particolari autobiografici in Ritratto dell’artista da giovane).
Indirizzo: St Francis Xavier’s Church (Chiesa di San Francesco Saverio), Upper Gardiner Street, Dublino
Gente di Dublino: Casa (demolita) in Hardwicke Street
Qui si trovava la prima residenza che lo scrittore ebbe nel centro di Dublino. Vi si trasferì infatti dalla precedente abitazione nel sobborgo di Blackrock, a sud della città, menzionando il fatto nel Ritratto dell’artista da giovane. Per breve tempo è vissuto al numero 29 e, sebbene l’edificio originario sia stato demolito, le costruzioni circostanti lasciano ben intendere come fosse quella dello scrittore. Hardwick Street è anche l’ambientazione del racconto Gente di famiglia (The Boarding House) nella raccolta Gente di Dublino.
Indirizzo: Hardwicke Street, Dublino
Gente di Dublino: Usher’s Island
L’edificio, affacciato sul fiume Liffey, è l’ispirazione per la casa delle signorine Morkan dove è ambientata la scena iniziale de I morti, il racconto che chiude Gente di Dublino.
Costruita nel 1775, per anni gli estimatori di Joyce hanno cercato di preservare l’edificio, ma il Comune ha approvato un progetto che ne prevede la trasformazione in un ostello.
Indirizzo: 15 Usher’s Island, Dublino
Gente di Dublino: The Gresham Hotel
Inaugurato nel 1817, è uno degli hotel storici di lusso della città. In una stanza di questo albergo è ambientata la scena finale de I morti, il racconto che chiude Gente di Dublino.
Indirizzo: 23 Upper O’Connell Street, Dublino
Gente di Dublino: 13 North Richmond Street
È stata l’ultima delle case di Joyce nella zona centrale di Dublino prima che la famiglia si trasferisse nei sobborghi a nord della città a causa della loro indigente situazione economica. Lo scrittore visse qui solo tre anni ma secondo il biografo Richard Ellmann questa strada più di ogni altra a Dublino gli ha fornito ispirazione per personaggi e riferimenti nelle sue opere letterarie. Il racconto Arabia in gente di Dublino inizia: “Essendo un vicolo cieco, la North Richmond Street era tranquilla, salvo che all’ora in cui i Fratelli delle Scuole Cristiane, terminate le lezioni, lasciano uscire i ragazzi. Una casa disabitata a due piani occupava il fondo cieco ed era separata dalle abitazioni vicine da un quadrato di terreno. Le altre case, consce della vita dignitosa che si viveva nel loro interno, si guardavano l’un l’altra con facce scure e imperturbabili” [da Gente di Dublino, trad. di Margherita Ghirardi Minoja, Milano, Bur, 2012]
Indirizzo: 13 North Richmond Street, Dublino
Railway Street
Un tempo questa strada a ridosso di Connolly Station ospitava il quartiere “Monto“, una delle zone a luci rosse più grandi d’Europa. Pare che il giovane James Joyce abbia iniziato a frequentare i bordelli della zona dall’età di 14 anni. Addirittura un intero capitolo dell’Ulisse, “Circe“, è ambientato qui e vede i protagonisti Leopold Bloom e Stephen Dedalus addentrarsi nella Dublino notturna, in particolare nel bordello di Bella Cohen.
Indirizzo: Railway Street, Dublino
Busto in St. Stephen’s Green
Nel parco St. Stephen’s Green si trova un busto di Joyce, realizzato da Marjorie Fitzgibbon nel 1982 e posizionato proprio di fronte la Newman House, sede dell’University College Dublin, che lo scrittore aveva frequentato per un periodo.
La targa sotto il busto recita: “James Joyce / 1882-1941 / Crossing Stephen’s, / that is, my green…”.
Indirizzo: St. Stephen’s Green, Dublino
Statua di James Joyce
All’angolo tra North Earl Street e O’Connell Street, è comunemente nota anche col nome “The ‘Prick with a stick” ossia “L’idiota col bastone”, a testimoniare il rapporto di amore e odio dello scrittore con la sua città.
Indirizzo: North Earl Street, Dublino
Statua di James Joyce con Gogarty
Tra i tavoli del “The Oliver St. John Gogarty Bar & Restaurant” si trova questa statua che raffigura Joyce in piedi mentre chiacchiera con Gogarty, medico, scrittore e amico di Joyce, seduto su una panchina. Le due sculture in bronzo sono state realizzate da Hugh Hanratty e si trovano sul lato del locale che dà in Anglesea Street.
Indirizzo: Anglesea Street, Temple Bar, Dublino
Ulisse: The Joyce Trail – 14 targhe commemorative
Quattordici targhe di bronzo, incastonate nella pavimentazione della strada, ripercorrono il percorso di Leopold Bloom nel capitolo 8 dell’Ulysses, “Lestrygonians“. Le targhe sono state realizzate nel 1988 da Robin Buick e ciascuna riporta una citazione dal suddetto capitolo. Si trovano:
– Middle Abbey Street;
– Lower O’Connell Street;
– O’Connell Bridge;
– Aston Quay;
– Westmoreland Street (2 targhe);
– Grafton Street (3 targhe);
– Duke Street (2 targhe);
– Dawson Street;
– Molesworth Street;
– Kildare Street.
Cinema Volta
In un locale che si trovava a questo indirizzo, il 20 dicembre 1909 Joyce aprì la prima sala cinematografica a Dublino. All’epoca Joyce abitava già da tempo a Trieste ed essendo sempre alla ricerca di nuovi modi per guadagnarsi da vivere, decise di esportare l’idea delle sale cinematografiche triestine in Irlanda. Riuscì a farsi finanziare da alcuni imprenditori triestini e inizialmente l’attività dublinese riscosse un discreto successo. Tuttavia, per causa non ben chiarite, a giugno l’anno successivo il cinema si trovò in passivo e dovette chiudere.
Indirizzo: 47 Mary Street, Dublino
Ulisse: Targa sul National Maternity Hospital
La targa è affissa sul lato del National Maternity Hospital che si affaccia su Holles St. Nell’ospedale che si trovava originariamente in questo sito, Joyce aveva ambientato il quattordicesimo capitolo dell’Ulisse, “I buoi del sole”, in cui Leopold Bloom va a visitare Mina Purefoy che sta per partorire.
La targa recita: “James Joyce set «The Oxen of the Sun» episode of Ulysses in the original National Maternity Hospital which stood on thi site 16 June 1904″.
Indirizzo: Holles Street, Dublino
Ulisse: Sweny
Costruita nel 1847 come ambulatorio medico e diventata poi una farmacia dal 1853.
Joyce conosceva la farmacia perché chiese un consulto al farmacista Frederick William Sweny, che in parte sarà d’ispirazione per l’episodio qui ambientato dell’Ulisse. La farmacia infatti viene descritta accuratamente: qui entra Leopold Bloom nel quinto capitolo e vi acquista una saponetta all’aroma di limone da regalare alla moglie Molly.
Oggi conserva gli arredi d’epoca ma è diventata un centro culturale che organizza iniziative dedicate a Joyce. Per finanziare le attività vende libri di seconda mano e la riproduzione della saponetta menzionata nell’Ulisse.
Indirizzo: Sweny, 1 Lincoln Place, Dublino
Sito: sweny.ie
St. Patrick Park, Literary Parade
Dublin Writers Museum
Cimitero di Glasnevin
Newman House e MoLi – Museum of Literature Ireland
Sandycove, Co. Dun Laoghaire-Rathdown
James Joyce Tower & Museum
Situata nella cittadina di Sandycove, a circa 9 chilometri da Dublino sulla costa orientale irlandese, fu costruita nel 1804 ed è una delle 26 “Martello Tower” erette dagli inglesi per difendersi da un’eventuale invasione da parte dei francesi. Originariamente sulla sommità della torre si ergeva un cannone alloggiato su una rotaia che è ancora visibile. La torre è stata occupata dall’esercito fino al 1897.
Per un breve periodo di tempo ospitò lo scrittore James Joyce e l’amico Gogarty che l’aveva presa in affitto dall’agosto 1904. Gogarty era allora un brillante studente di medicina nonché arguto poeta e fu il primo affittuario civile della torre, pagando, come scrive lui stesso nelle sue memorie, 8 sterline all’anno tutto compreso. Quando Joyce arriva alla Torre (il 9 settembre 1904) aveva 22 anni ed era agli inizi della sua carriera: stava appunto scrivendo Il Sant’Uffizio, un poema molto caustico nei confronti degli esponenti letterari di Dublino tra cui probabilmente lo stesso Gogarty che si trovò accusato di snobismo. Tuttavia gli consentì di rimanere nella torre, anche se probabilmente sperava di allontanarlo presto. Ai due si aggiunse Samuel Chenevix Trench, amico di Gogarty, il quale accentuò la tensione tra i due. La notte tra il 14 e il 15 settembre 1904, avvenne uno spiacevole incidente: Trench ebbe un incubo in cui compariva una pantera nera e si alzò di soprassalto lanciando un urlo, prese la pistola e sparò alcuni colpi nel caminetto per poi cadere di nuovo addormentato. Gogarty, in preda alla rabbia, prese la pistola dell’amico e gridando “Lascialo a me!”, sparò al pentolame sulla mensola sopra il letto dove dormiva Joyce, probabilmente con l’intenzione di ferirlo. Joyce, dopo lo spiacevole incidente, decise di lasciare immediatamente la torre e ritornò a Dublino. Questo luogo appare anche nel primo capitolo dell’Ulysses che si apre proprio con la scena di Buck Mulligan (ispirato a Gogarty) sale le scale e si fa la barba all’aria aperta, dove viene raggiunto da Stephen Dedalus (ispirato allo stesso Joyce) col quale ha un breve dialogo. Viene poi descritto l’interno dell’edificio, simile a come era nella realtà la torre dove Joyce aveva realmente soggiornato, e ci viene presentato un terzo personaggio, Haines (ispirato a Trench).
Il piccolo museo è stato inaugurato nel 1962 per volontà di Sylvia Beach, editrice dell’Ulysses. Adesso è di proprietà di Fàilte Ireland e gestita da un gruppo di volontari.
Al suo interno ci sono tre sale espositive: nelle prime due sono esposti una serie di oggetti, carte e fotografie legati a Joyce e alla sua famiglia. In particolare è esposto un busto di Joyce realizzato da Milton Hebald, la prima edizione dell’Ulysses, il 45 giri che contiene l’unica registrazione che abbiamo della voce dello scrittore, alcune lettere e cartoline autografe, la sua chitarra, il suo bastone, la sua valigia da viaggio. Nella terza sala è ricostruito l’arredo della stanza come sarebbe potuto essere durante il soggiorno di Joyce.
Indirizzo: Sandycove Harbour, Sandycove
Ingresso: gratuito
Orari: tutti i giorni 10-16
Sito: joycetower.ie
Pietra commemorativa
La pietra porta un’incisione che recita: ” *scritta in gaelico* / Sandycove / James Joyce Bloomsday Centenary / 1904 – 2004 / «He can drink it black, Stephen said / thirstily there’s a lemon in the / locker. O, damn, you and your paris / fads! Buck Mulligan said. I want Sandycove milk.» – Ulysses – Erected by Tidy Towns”
Indirizzo: Ghastule Road (all’incrocio con Marine Avenue), Sandycove, County Dublin
Albero e pietra commemorativi
Lungo la strada che costeggia il mare, non molto distante dalla Martello Tower, oggi James Joyce Museum, si trova un albero piantato da un donatore, W.C. Willoughby, in occasione del centenario dalla nascita di James Joyce. Ai piedi dell’albero si trova una pietra con un’incisione che recita:
«…he gazed southward over the bay, / emptu save for the smokeplume of the / mailboat vague on the bright skyline, / and a sail tacking by the Muglins” – Ulysses / This tree was planted by Councillor W.C. Willoughby an Cathaoirleach Corporation of Dun Laoghaire / on 18th May 1983, to mark the centenary / of the birth of James Joyce».
Indirizzo: Otranto Place, Sandycove, County Dublin
Galway
Casa di Nora Barnacle, moglie di Joyce
Nora Barnacle era nata a Galway e dal 1896 si era trasferita con la madre e lo zio, dopo che il padre era stato cacciato per problemi di alcolismo, nella casa al numero 4 (oggi 8) di Bowling Green. Qui Nora visse fino al 1904, quando poi si trasferì a Dublino, dove iniziò a lavorare come cameriera al Finn’s Inn.
Joyce fece visita per la prima volta alla famiglia di Nora nell’agosto 1909, da solo con il figlio Giorgio, durante un viaggio di lavoro. Nora era rimasta in Italia dove la coppia viveva già dal 1904. Joyce e Nora tornarono in visita insieme nel 1912. La madre di Nora, Annie Barnacle, ha continuato a vivere in questo edificio fino al 1939, anno della sua morte. Per diversi anni a questo indirizzo si trovava un piccolo museo dedicato alla moglie e musa di Joyce, ormai chiuso da tempo.
Indirizzo: 8 Bowling Green, Galway, Irlanda
Inghilterra
Londra
Targa commemorativa
La targa blu, installata nel 1994, recita: “James Joyce 1882-1941 Author lived here in 1931”. Al 28b di Campden Grove Joyce visse nel 1931. In questo periodo lavorò al manoscritto di Finnegans Wake e il 4 luglio 1931 sposò Nora Barnacle al Kensington Registry Office. Inizialmente aveva deciso di trasferirsi a Londra permanentemente, ma rimase deluso dalla città e arrivò a rinominare la via in cui abitava “Camden Grave” perché abitata da mummie. Questo fu l’ultimo soggiorno inglese di Joyce.
Indirizzo: 28b Campden Grove, Holland Park, London
Svizzera
Zurigo
Dopo un primo soggiorno nella neutrale Svizzera durante la Prima Guerra Mondiale, Joyce tornò a Zurigo nel 1940, trasferendosi da Parigi dove aveva vissuto vent’anni.
L’11 gennaio 1941 si sottose a un intervento chirurgico ma a causa di complicanze morirà due giorni dopo e sarà sepolto nel cimitero di Fluntern.
Casa in cui soggiornò e targa commemorativa
In questo edificio del quartiere 6, borghese e residenziale, Joyce trascorse gli anni dal 1915 a 1919, scrivendo i primi capitoli dell’Ulysses come ricorda una targa apposta sull’edificio.
Indirizzo: Universitätsstrasse 38, Zurigo
Tomba nel cimitero di Fluntern
Joyce morì nel 1941 e fu sepolto nel Friedhof Fluntern. La tomba di Joyce, in cui fu traslato nel 1966 dal luogo in cui era stato sepolto originariamente, è ben riconoscibile per una statua realizzata da Milton Hebald che ritrae lo scrittore seduto tra la vegetazione. Nello stesso lotto furono poi sepolti anche la moglie Nora (deceduta nel 1951) e il figlio Giorgio (deceduto nel 1976).
Indirizzo: Friedhof Fluntern, Zürichbergstrasse 189, Zurigo
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