Barga (Lucca)
Targa presso il Duomo
Sulla salita che porta al duomo di Barga, poco prima di arrivare sul piazzale antistante la chiesa, si trova una targa che ricorda la lirica L’ora di Barga, tratta da I canti di Castelvecchio, ispirata ai rintocchi del campanile che il poeta sentiva dalla sua casa di Castelvecchio. La targa recita: Il suono dell’orologio della torre campanaria / di questo tempio romanico / ispirò al poeta / Giovanni Pascoli / 1855 – 1912 / figlio adottivo della terra barghigiana / i versi sublimi della lirica / “L’ora di Barga” — S. Pia / Barga 15 ottobre 2006 / A cura dell’Ist. Stor. Lucchese sez. di Barga”.
La lirica, intensa e velata di malinconia, si apre con questi versi: “Al mio cantuccio, donde non sento / se non le reste brusir del grano, / il suon dell’ore viene col vento / dal non veduto borgo montano: / suono che uguale, che blando cade, / come una voce che persuade.“
La chiesa, in stile romanico, iniziata nel X secolo e completata nel XV, ha una facciata con pregevoli bassorilievi e un arco scolpito a foglie d’acanto. Nell’interno, a tre navate, spicca un pulpito sorretto da quattro colonne, due rappresentano leoni, una un uomo, l’altra un drago.
Targa nel Teatro dei Differenti
Il teatro originario fu costruito nel 1689 e ospitava l’Accademia degli Indifferenti (poi diventata “dei Differenti“) che già esisteva dal 1668. Il teatro fu abbattuto e ricostruito nel 1795: l’inaugurazione fu celebrata con la rappresentazione di due opere di Cimarosa, Il matrimonio segreto e Giannina e Bernardone.
Il 26 novembre 1911 Giovanni Pascoli vi pronunciò il discorso La grande proletaria si è mossa. Per questo motivo all’ingresso è stata apposta una targa che recita: “In questo teatro Giovanni Pascoli / il 26 novembre 1911 / diceva / La grande proletaria / ultima strofe del suo canto di vita / primo battito d’ala / per le nuove glorie d’Italia”.
Indirizzo: vicolo del Teatro, Barga (LU)
Caffè Capretz
In questo storico caffè, ritrovo ottocentesco dell’alta società barghigiana, è stata apposta una targa dettata da Giovanni Pascoli che elogia Antonio Mordini e Renato Imbriani. Inoltre il 28 ottobre 1905 vi si tennero i festeggiamenti per celebrare la cattedra di Letteratura Italiana presso l’Università di Bologna, che il poeta aveva appena ricevuto, succedendo a Giosuè Carducci. La targa recita: “Da questa terrazza / il 3 d’agosto del 1897 / Antonio Mordini e Renato Imbriani / contemplarono il tramonto / e il sole illuminando le fronti severe e serene / dei due apostoli dell’ideale / sembrava recingere d’un fulgor di gloria / le due forti generazioni che fecero l’Italia / Sole che quando tramonti, non fai che promettere l’alba, / sia l’italica idea, sia della gloria così”.
Indirizzo: piazza Salvo Salvi 1, Barga (LU)
Castelvecchio Pascoli, Barga (Lucca)
Casa museo di Giovanni Pascoli
A Castelvecchio, frazione di Barga, in località Caprona, sorge la villa settecentesca, appartenuta ai Cardosi-Carrara, che Giovanni Pascoli elesse come residenza dal 1895 al 1912, anno della sua morte. Qui viveva con la sorella Maria e il cane Gulì. VI si trasferì il 15 ottobre 1985 ma solo nel 1902 riuscì ad acquistare la villa grazie ai proventi dei premi ottenuti vincendo i certami di poesia latina.
Immerso in questo scenario bucolico che gli riportava alla mente l’amato Virgilio, compose le sue raccolte più note, come Myricae, Canti di Castelvecchio e Poemi Conviviali. Alla sua morte la sorella Maria continuò a vivere nella villa (gli sopravvisse di 41 anni) mantenendo intatta la disposizione della casa. Quando morì nel 1953, lasciò da testamento la villa al Comune di Barga che la riaprì ufficialmente il 1° novembre 1960 come museo dedicato alla memoria del poeta.
Oggi il museo si presenta così come vi aveva vissuto Giovanni Pascoli. Si sviluppa su tre piani, ma soltanto due sono aperti ai visitatori.
Al piano terra, si visitano la cucina e la sala da pranzo; inoltre, nella stanza che era stato lo studio di Maria, si trova l’archivio contenente le carte del poeta e della sorella (circa 61.000 manoscritti), molte fotografie e la rassegna stampa che riguardava Pascoli conservata con cura da Maria.
Al secondo piano si trova lo studio del poeta, con tre scrivanie, una dove scriveva i suoi componimenti, una per gli studi danteschi e una per quelli latini. Si trovano inoltre le camere da letto del poeta e della sorella; e anche la stanza da letto che Pascoli aveva a Bologna, dove morì il 6 aprile 1912, che fu trasportata e fedelmente ricostruita a Castelvecchio. Infine la biblioteca, di grande importanza per ricostruire i suoi interessi e le sue influenze letterarie.
All’esterno della villa si trova il giardino, che ospita vari alberi e arbusti, oltre alla tomba del cane Gulì sotto una piccola colonna e quella del merlo Merlino, un altro affezionato animale del poeta.
Adiacente alla casa si trova la cappella dove sono sepolti il poeta e la sorella all’interno di un sepolcro in marmo realizzato da Leonardo Bistolfi su cui è inciso il dittico composto dallo stesso poeta per la sorella: “Quae nihil optasti nisi pacem pace fruaris / una cum maesto candida fratre soror” (“Tu che nien’altro desiderasti che la pace, di pace godrai, virginale sorella, insieme al tuo mesto fratello”). La scelta del luogo in cui deporre la salma del poeta causò non pochi problemi alla sorella Maria che con convinzione lo volle nella cappella della casa di Castelvecchio. Infatti alla morte del poeta, occorsa a Bologna il 6 aprile 1912, dopo i funerali nella Basilica di San Petronio, la salma partì alla volta di Barga, dove fu custodita nel cimitero comunale per 6 mesi con il pericolo che venisse trafugata perché i cittadini di San Mauro di Romagna, paese natale del poeta, rivendicavano la sepoltura nella loro terra. Alla fine la spuntò la sorella Maria, facendo valere anche la volontà del Pascoli che aveva scritto in una delle sue ultime liriche: “Ch’io ritorni al campanile \ del mio bel San Niccolò \ dove l’anima gentile \ finalmente adagerò“. Ogni anno, sempre per volontà della sorella, si tiene una messa commemorativa nell’anniversario della morte del poeta.
Gli affreschi nella cappella sono ad opera di Adolfo Balduini. Sulla parete esterna dell’edificio si trova una lapide che riporta alcuni versi della lirica Il sepolcro, dalle Odi: “Lasciate quell’edera! Ha i capi / fioriti. Fiorisce, fedele, / d’ottobre, e vi vengono l’api / per l’ultimo miele”.
L’edificio adiacente alla casa, costruito nel 1934 per ospitare un asilo infantile è oggi la sede della Fondazione Giovanni Pascoli.
Indirizzo: via Caprona 4, Castelvecchio Pascoli, Barga (LU)
Ingresso: a pagamento
Sito: fondazionepascoli.it
Casa Salvi
Sulla casa della famiglia Salvi, di cui Giovanni Pascoli fu amico, è stata apposta una targa in bronzo dettata dal poeta: “MDCCCXLIV-MXMIII / A Salvo Salvi milite dell’esercito rosso che combattendo giunse in vista di Trento e ne ritornò ubbidendo, i conterranei di Barga e Coreglia, da lui ben amati, consigliati, amministrati PP nel MCMV – G. Pascoli”.
Indirizzo: via del Pretorio, Barga (LU)
Lapide nel Cimitero comunale
Nel cimitero di Barga si trova una lapide apposta sul loculo che ospitò per sei mesi le spoglie del poeta. L’iscrizione recita: “Qui trovò il suo primo riposo / Giovanni Pascoli / dal 9 aprile al 6 ottobre / del 1912”.
Nel cimitero di Barga inoltre si trova la tomba di Isabella Caproni, la Molly del poemetto Italy, figlia di Enrico Caproni, un emigrato a Cincinnati, negli Stati Uniti, figlio a sua volta di Bartolomeo Caproni, fattore e amico di Pascoli. La ragazza, ormai malata, fu riportata in Italia con la speranza di guarigione, ma morì nel gennaio 1906. Pascoli firmò l’epitaffio: ““O Isabella / Fiore nostro nato sull’Ohio / Gracile fiore portato al sole d’Italia / Che ti guarisse! / O fanciulla Soave / Mente di luce e cuore d’amore / Così rassegnata al tuo precoce martirio! / Yes dicevi quando ti allontanasti dai tuoi / Sì dicesti quando partisti per sempre / A dodici anni!”.
Un’altra iscrizione su una tomba del cimitero è firmata da Pascoli e recita: “Ermella Gonnella / santamente visse la sua vita / e mentre riposava accanto alla dolce figlia / l’anima le si tolse nel silenzio notturno / per guardare vegliare amare / dal più alto del cielo – Giovanni Pascoli”.
Indirizzo: Cimitero comunale, loc. Diversi, Barga (LU)
Bologna
Targa commemorativa sulla casa in cui è deceduto
Pascoli morì il 6 aprile 1912 nella sua casa di Bologna, in via dell’Osservanza, probabilmente di cirrosi epatica. I funerali si svolsero nella Basilica di San Petronio e successivamente la salma partì alla volta di Barga, dove fu custodita per 6 mesi, prima di essere traslata nella cappella della casa di Castelvecchio, non senza polemiche da parte dei cittadini di San Mauro, paese natale del poeta, che rivendicavano la sepoltura nella loro terra delle sue spoglie.
Una targa sulla casa bolognese, apposta in epoca fascista, ricorda che il poeta ha soggiornato per alcuni periodi in questa casa dal 1906 al 1912 (la sua residenza era a Castelvecchio, nel comune di Barga). L’iscrizione recita: “Qui ebbe dimora / dal MXMVI al MXMXII / e qui chiuse la sua giornata mortale / Giovanni Pascoli / nel latino nuovo ed antico / poeta e profeta dell’Italia giovane / e dei risorti fasci di Roma — Il fascio di combattimento di Bologna / nell’anno XI E.F.”
Indirizzo: via dell’Osservanza 4, Bologna
Livorno
Targa commemorativa sul liceo in cui insegnò
Come illustrato dalla targa, Pascoli insegnò latino e greco dal 1887 al 1895 nel Liceo “Niccolini Guerrazzi” di Livorno. Il testo recita: “In questo liceo / auguralmente intitolato a G.B. Niccolini / insegnò latino e greco / dal 1887 al 1895 / Giovanni Pascoli / anima fervida di libertà e di umanità / che espresse nel suo canto / le voci della natura e della vita / la serenità nel dolore / le fraterne consolatrici speranze nei cuori / e illuminò poesia e magistero / con senso e intelletto d’arte / di classiche bellezze — La Civica Amministrazione / nel centeneario della nascita del poeta / 31 dicembre 1955”.
Indirizzo: via Maggi 50, Livorno.
Targa commemorativa sulla casa in cui è vissuto
Nel 1887 Pascoli viene trasferito da Massa a Livorno, dove gli viene assegnato l’incarico di docente di latino e greco presso il Liceo “Niccolini Guerrazzi”. Con le sorelle Ida e Maria, l’unica famiglia che gli è rimasta (i genitori e i due fratelli maschi erano morti nell’arco di pochi anni), si trasferisce a Livorno e prende alloggio al quarto piano di un edificio in via Micali. La sorella Maria scrive a riguardo: “…dal ridente soggiorno di Massa, tutto profumo d’aranci e di limoni, ci trovammo in uno squallido appartamento a un quarto piano di via Micali“. Poco tempo dopo si trasferiscono in un’altra casa, sempre in via Micali, ma più ampia e gradevole con un bel giardino, dove oggi è apposta la targa commemorativa. Durante questo periodo inizia la collaborazione con la rivista Vita nuova su cui escono le prime poesie della raccolta Myricae, poi pubblicata nel 1891.
La targa recita: “Qui negli anni MDCCCLXXXVII _ LXXXVIII / fiorirono le strofe delle sempre verdi “Myricae” / dalla mente sovrana / dall’anima virgiliana e francescana / di Giovanni Pascoli / che cantando i suoi morti / ascoltando le voci delle cose / degli uccelli dei bimbi / nel vario piccioletto verso / cesellava immagini grandi e immortali — G.T.T.”.
Indirizzo: via Micali 11, Livorno
Lucca
Targa commemorativa
A Lucca “Perché in questa casa / fu solito dimorare / Giovanni Pascoli / ospite del mercante lucchese / Alfredo Caselli / i cittadini memori / vollero qui per sempre congiunto / il nome del grande poeta / e dell’umile amico fedele — XII ottobre MCMXXIV”.
Indirizzo: via Fillungo, Lucca
Massa Carrara
Targa commemorativa
Presso il Liceo “Pellegrino Rossi” è apposta una targa che ricorda il periodo di insegnamento del poeta in questa scuola. L’iscrizione recita: “A Giovanni Pascoli / poeta delle prime Myricae / sotto l’ospite cielo di Massa / ed in questo liceo dal 1884 al 1887 / maestro dotto e geniale / di lettere antiche — Scolari e cittadini / con memore affetto — Massa, 12.X.1988”.
Indirizzo: via Democrazia 26, Massa
Matera
Targa commemorativa
La targa apposta a 50 anni dalla morte del poeta nel 1972, recita: “A / Giovanni Pascoli / nel cinquantesimo / anniversario / della sua morte / qui / dove dimorò in Matera il poeta / di San Mauro di Romagna / Iniziando la lunga opera sua / di maestro / con essa affiancando e integrando / l’esercizio della divina poesia — Celebrazioni pascoliane in Lucania / MCMLXII”.
Indirizzo: piazza Vittorio Veneto, Matera
Ravenna
Busto commemorativo
L’incisione sulla colonna su cui poggia il busto recita: “A G. Pascoli il Comune di Ravenna”.
Indirizzo: piazza Anita Garibaldi, Ravenna
San Mauro Pascoli (Forlì Cesena)
Casa natale
È la casa in cui Giovanni Pascoli è nato il 31 dicembre 1855 ed è vissuto fino all’età di 7 anni.
Dal 1924 è monumento nazionale di proprietà dello Stato ma l’edificio ha subito numerosi danni durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale che hanno comportato una massiccia ricostruzione per ripristinare la casa come era originariamente. La cucina è l’unico ambiente che si è conservato senza subire danni. Oltre alla cucina, al piano terra si trova anche la stanza che ospitava la sala da pranzo dove oggi vi è stata allestita un’esposizione fotografica che illustra la vita del poeta e della sua famiglia.
Al piano superiore della casa si trova la camera da letto e lo studio che il poeta aveva a Bologna quando teneva la cattedra di Letteratura Italiana all’Università. Oggi vi sono esposti il manoscritto originale di Romagna(che porta il titolo della prima stesura, Colascionata Prima a Severino Ferrari Ridiverde), alcune prime edizioni delle sue opere e alcuni vocabolari a lui appartenuti.
Nel giardino, oltre a un busto bronzeo che raffigura il poeta, sono coltivate alcune specie che menziona nelle sue poesie, tra cui l’erba cedrina, il giaggiolo, la mimosa rosa, il gelsomino. Annessa al giardino è la piccola cappella, forse di costruzione seicentesca, detta anche Chiesetta della Madonna dell’Acqua, dove la madre era solita raccogliersi in preghiera.
Sulla parete esterna della casa sono apposte alcune targhe commemorative. Prima targa: “San Mauro vuole sia ricordato / che qui nacque / il 31 dicembre 1855 / Giovanni Pascoli / il grande poeta della bontà”; seconda targa: “6 aprile 1912 – 6 aprile 1962 / A / Zvanì / nel cinquantenario della morte / Il «nido di lodola tra il grano»”; terza targa: “«M’era la casa avanti / tacita al vespro puro, / tutta fiorita al muro / di rose rampicanti» — G. Pascoli / 21 settembre 1924”.
Indirizzo: via Giovanni Pascoli 46, San Mauro Pascoli (FC)
Sito: casapascoli.it
Ingresso: a pagamento
Orari di apertura: dal martedì alla domenica 9.30-12.30 e 16-18; chiuso il lunedì, il 1° gennaio e il 25 dicembre.
Villa Torlonia
Era la villa dei Torlonia di cui il padre del poeta, Ruggero Pascoli, era amministratore. La famiglia del poeta vi visse dal 1862 al 1867, fino all’anno in cui morì il padre, assassinato il 10 agosto 1867 di ritorno da Cesena, episodio reso famoso dalla straziante lirica La cavallina storna.
La Villa rimase di proprietà dei Torlonia fino agli anni Cinquanta, poi passò al Comune nel 1983 che provvide a restaurarla e aprirla ai visitatori.
Oggi fa parte del progetto “Parco Poesia Pascoli” assieme alla casa natale del poeta.
Indirizzo: via Due Martiri 2, San Mauro Pascoli
Urbino
Busto commemorativo
Nel giardino di Piazzale Roma, vicino al noto monumento dedicato a Raffaello, si trova un busto commemorativo che ritrae il poeta che a Urbino aveva studiato presso i padri Scolopi dal 1862 al 1871.
A quel periodo dedica la lirica L’aquilone: “[…] Or siamo fermi: abbiamo in faccia Urbino / ventoso: ognuno manda da una balza / la sua cometa per il ciel turchino […]”.
Indirizzo: piazzale Roma, Urbino