Pratovecchio (Arezzo)
Castello di Romena
Targa commemorativa del soggiorno di Eleonora Duse
La targa ricorda il soggiorno di Eleonora Duse nell’estate 1902 mentre Gabriele D’Annunzio si trovava, dal giugno all’ottobre del 1902, nel castello di Romena dei conti Goretti de’ Flamini. L’iscrizione ha un errore nel nome della Duse (“Eleanora”) e recita: “In questa casa / nell’estate del 1902 / mentre D’Annunzio era alle torri / abitò / Eleanora Duse”.
Indirizzo: Strada Provinciale 73, in prossimità dell’incrocio per la pieve di Romena, Pratovecchio
Coordinate: 43.773883, 11.714341
Firenze
Palazzo Bartolini Salimbeni
Sopra il portone nel lato del palazzo che si affaccia su via delle Terme si trova la scritta “Per non dormire“. Quando D’Annunzio la vide, ne rimase colpito tanto da volerla riprodurre su architravi, fregi e oggetti della Villa La Capponcina. Tuttavia, al papavero che adornava l’iscrizione originale, sostituì l’alloro, simbolo di gloria e di sapienza. Anche su una porta nella sua casa del Vittoriale a Gardone Riviera troviamo la stessa iscrizione.
Indirizzo: Palazzo Bartolini Salimbeni, Piazza Santa Trinita, Firenze
Saltino-Vallombrosa (Firenze)
Soggiorno al Grand Hotel Vallombrosa
Settignano (Firenze)
Villa “La Capponcina” e “La Porziuncola”
La Capponcina è una villa quattrocentesca sulla collina di Settignano appartenuta alla storica famiglia dei Capponi. Apparteneva al marchese Giacinto Vivani della Robbia quando fu presa in affitto da Gabriele D’Annunzio che vi visse dal 1898 al 1909. Secondo quanto racconta Benigno Palmerio, un medico veterinario che divenne per D’Annunzio il segretario e amministratore della villa, l’eccentrico scrittore fece liberare la casa dal mobilio precedente, pretendendo di pagare un affitto maggiore del previsto, 1200 lire anziché 1000. Fece arrivare squadre di artigiani per ritoccare tuta la struttura dove intendeva vivere quasi come un principe rinascimentale, fece portare del mobilio molto ricercato come drappi, statue, arazzi, mobili, quadri, tappeti, libri rari, armi strane e antiche, curando tutto nel dettaglio.
Fece installare inoltre delle vetrate al centro delle quali si trovava un tondo con una scritta in rosso “Per non dormire”, un motto che ricorreva ovunque, dagli architravi ai fregi, e che richiamava l’analoga iscrizione posta sopra un portone del palazzo Bartolini Salimbeni in Piazza Santa Trinita a Firenze (la porta in via delle Terme). Inoltre, sostituì il papavero che adornava l’iscrizione originale con l’alloro, simbolo di gloria e di sapienza.
La villa era così strutturata: al piano terra si trovava un’ampia sala d’ingresso e la sala da pranzo, con una lunga tavola di legno come quella dei refettori dei monasteri. Nell’ala sinistra si trovavano l’appartamento del poeta con lo studio, la camera da letto, la stanza da bagno, lo spogliatoio e la biblioteca, dove si trovava un leggio in noce del XVI secolo del quale parla anche in Faville del maglio (“sorge nel mezzo uno stupendo leggio da coro, trovato nel Senese a miracolo: veramente il più sensuale piacere ch’io m’abbia nella mia casa composta a mia simiglianza, la più saporosa delle dovizie simoniache ancor calde di officio divino: materia abigua tra il legno dell’Occidente cattolico e il bronzo dell’Oriente estremo, d’un indicibile color nocciuola rosseggiante, con i rilievi dell’intaglio più lisci e lustri che la più liscia e lustra pelle d’una susina claudia”).
Passando al primo piano, si trovavano da una parte le stanze per i domestici e dall’altra due camere per gli ospiti, oltre a un’ampia sala molto luminosa adibita all’allenamento di scherma e altri esercizi fisici.
D’Annunzio rimase in questa villa dal 1898 al 1909, ovvero durante il periodo in cui scrisse La Gioconda, La Gloria, Francesca da Rimini, Figlia di Iorio, La fiaccola sotto il moggio, Più che l’amore, La nave, Fedra e compone le Laudi.
A pochi passi dalla villa La Capponcina, sull’altro lato della strada, al numero 75, si trova La Porziuncola, una villetta che Eleonora Duse aveva preso in affitto dal marchese Poltri-Tanucci e che Gabriele D’Annunzio aveva ribattezzato con questo nome che rievoca la piccola chiesa di San Francesco. La vicinanza delle residenze permetteva ai due amanti di incontrarsi spesso.
Indirizzo: via della Capponcina 32, Settignano, Firenze
Gardone Riviera (Brescia)
Il Vittoriale degli Italiani
Eretto tra il 1921 e il 1938, il Vittoriale degli Italiani è un complesso monumentale realizzato da Gabriele D’Annunzio con la collaborazione dell’architetto Giancarlo Maroni.
Il primo nucleo si basa su Villa Cargnacco, la casa colonica settecentesca che Tom Antongini, segretario di D’Annunzio, aveva trovato per lui presso Gardone Riviera, su un’altura che dominava il lago di Garda. La villa era appartenuta a Heinrich Thode, uno storico dell’arte che era stato costretto a lasciare l’Italia alla fine della prima guerra mondiale, e conservava ancora al suo interno una grande biblioteca, oltre a molti manoscritti autografi di Wagner e il pianoforte di Franz Liszt.
Dopo l’acquisizione della villa, D’Annunzio assunse l’architetto Giancarlo Maroni, i pittori Adolfo De Carolis e Guido Cadorin, lo scultore Renato Brozzi, e assieme a loro ridecorò l’edificio originario, aggiungendo sulla facciata bassorilievi e stemmi. Anche le stanze interne furono ridistribuite, arrivando a creare 36 spazi decorati con una grande quantità di oggetti come gessi di statue famose e articoli di antiquariato, drappi, tende pesanti, arazzi. Ogni stanza fu rinominata con nomi in stile dannunziano, ad esempio “Corridoio della via Crucis”, “il Bagno blu”, “l’Oratorio dalmata”, la “Sala delle reliquie”. La villa inoltre venne ribattezzata poi “la Prioria“.
Al nucleo principale in seguito venne aggiunto lo “Schifamondo“, che sarebbe dovuta diventare la residenza del poeta ma ancora incompleta alla sua morte. Qui si trova il museo “D’Annunzio eroe” che fu pensato dallo scrittore dopo aver completato la Prioria. Intendeva realizzare un “Museo della guerra” per celebrare le imprese del popolo italiano nella guerra del 1915-1918, ma morì prima di vederlo realizzato. Nella stanza centrale si trova il letto sul quale è stata riposta la salma di D’Annunzio prima di celebrare le esequie e la sua maschera mortuaria. Di fronte si trova la riproduzione di due Giganti di Michelangelo. Nelle altre sale del museo sono esposti cimeli storici come armi, bandiere, medaglie e documenti autografi.
Nel 2010 è stato inaugurato il museo “D’Annunzio segreto” che espone molti oggetti appartenuti al poeta e finora conservati negli armadi e nei cassetti della Prioria, in particolar modo vestiti, gioielli, vasellame e gli abiti fatti realizzare per le sue donne.
Nel parco si trovano invece la nave militare Puglia, il MAS 96, ovvero il motoscafo con cui compì la “Beffa di Buccari”, il Mausoleo degli Eroi, dove si trova la tomba di D’Annunzio, un anfiteatro, i giardini, dove si trova il Laghetto delle Danze, a forma di violino in onore del suo inventore, Gasparo da Salò.
Indirizzo: via Vittoriale 12, Gardone Riviera, Brescia
Ingresso: a pagamento
Sito: vittoriale.it
San Vito Chietino (Chieti)
Targa commemorativa
A Sant’Apollinare, frazione di San Vito Chietino, si trova una targa che riporta un brano tratto dalla novella “La Vergine Anna”, contenuto all’interno di “Novelle della Pescara” e ambientato in questa zona. La targa recita: “La strada volgeva per una collina solatia piantata d’olivi. DIscendeva per una terra irrigua messa a pasture, e risalendo tra i vigneti giungeva alle fattorie di SAnt’Apollinare. – Gabriele D’Annunzio – Novelle della Pescara – Nel centenario della nascita del poeta – E.M.P. 1963”.
Indirizzo: via Chieti, Sant’Apollinare (frazione di San Vito Chietino), Chieti
Ronchi dei Legionari (Gorizia)
Monumento commemorativo
Eretto nel 1960 su progetto di Vincenzo Fasolo, il monumento commemorativo, che consiste in una colonna romana su piedistallo, è dedicato a Gabriele D’Annunzio e ai suoi Legionari e reca l’iscrizione: “Il 12 settembre 1919 / da qui mosse / Gabriele D’Annunzio / per la Libertà / delle genti Adriatiche. / Gli Italiani non immemori / questa colonna romana / consacrarono / XII Settembre MCMLX”.
Il paese, un tempo Ronchi di Monfalcone, nel 1925 cambiò il suo nome in Ronchi dei Legionari per celebrare l’impresa di Fiume, guidata da Gabriele D’Annunzio, che da qui partì il 12 settembre 1919.
Indirizzo: via Antonio Gramsci 1, Ronchi dei Legionari
Anversa degli Abruzzi (L’Aquila)
Parco letterario D’Annunzio
D’Annunzio scelse Anversa degli Abruzzi come ambientazione per la sua opera teatrale La fiaccola sotto il moggio., un territorio che lo affascinava non solo per i paesaggi maestosi, selvaggi e impervi, ma anche per il folklore locale che fa da sfondo anche alla Fiaccola. Per alcuni aspetti storici aveva chiesto consulenza all’amico Antonio De Nino, antropologo e grande studioso di queste terre, ma aveva anche visitato questi luoghi in più occasioni, come l’escursione a cavallo attraverso le adiacenti Gole del Sagittario nel 1881, all’età di 18 anni, e la sosta durante la gita a Scanno il 19 settembre 1896 della quale scrive nei suoi Taccuini: “Anversa: avanzi di un castello (..) il Sagittario, il fiume spumoso (…)“.
Oggi il paese è sede di un parco letterario diffuso dedicato allo scrittore: non c’è una sede con un’esposizione permanente, ma vengono organizzate attività legate ai luoghi e all’opera di D’Annunzio.
Sito: parchiletterari.com
Castello normanno
Nel dramma teatrale La fiaccola sotto il moggio, questa è la residenza dei De Sangro, la cui tragica vicenda familiare è al centro della vicenda, ambientata all’epoca di Ferdinando I di Borbone (quindi tra il 1814 e il 1825). L’atmosfera spettrale che evoca il castello rappresenta anche la decadenza morale della famiglia.
Fu costruita nel XV secolo da Antonio di Sangro su una struttura preesistente del XII secolo, ma oggi non resta che un rudere.
Riserva naturale Gole del Sagittario
La riserva naturale delle Gole del Sagittario inizia dalla diga di San Domenico, dove sorge anche l’eremo di San Domenico, e arriva fino a Cocullo. Si tratta di un canyon scavato dal fiume Sagittario, un paesaggio molto suggestivo immerso nel verde dei boschi circostanti.
Gabriele D’Annunzio, nel corso della sua vita, visitò queste zone più volte, come l’escursione a cavallo che fece nel 1881, a 18 anni, e nel 1896, durante una gita a Scanno. Questi scenari gli ispirarono il dramma teatrale La fiaccola sotto il moggio, in cui le Gole del Sagittario ricorrono come sfondo alle vicende.
Alcuni sentieri permettono di esplorare la riserva naturale. Sotto il centro abitato di Anversa degli Abruzzi, da dove parte il “Sentiero del fiume“, ci sono le sorgenti di Cavuto e un centro visite con alcuni pannelli e diorami sulla flora e la fauna della zona. A pochi passi, vicino al ruscello che sgorga dalle sorgenti di Cavuto, è stato installato un pannello con una citazione dannunziana (“È bello il Sagittario, sai? Si rompe e si schiuma, giù per i macigni, mugghia, trascina tronchi, tetti di capanne, zagole (…). È bello sai?…“) e due tubi metallici presso i quali ci si può sedere e ascoltare il rumore amplificato del fiume.
Scanno (L’Aquila)
Edificio dove soggiornò lo scrittore
A Scanno, nella Piazza Santa Maria della Valle, dietro la statua della donna in abiti tradizionali, si trova il luogo in cui D’Annunzio soggiornò nell’estate 1884 e nel 1888. Oggi è diventato un bed & breakfast che, non casualmente, si chiama “La dimora di d’Annunzio”.
Indirizzo: “La dimora di D’Annunzio”, piazza Santa Maria della Valle – angolo Vico de Angelis, 2, Scanno
Sito: ladimoradidannunzio.it
Napoli
Targa commemorativa
La targa recita: “La terra irrigata moltiplica il pane / la città si disseta si terge / s’illumina si abbellisce si arma / beneficiata dalla dispensatrice / che senza stanchezza / propaga e trasforma / di congegno in congegno il suo potere / G. D’Annunzio”.
Indirizzo: via Salvator Rosa 117, Napoli
Arquà Petrarca (Padova)
Targa commemorativa
La targa, dedicata a Gabriele D’Annunzio, cita un passo de Il fuoco (1900): “Guardate laggiù i Colli Euganei, Foscarina. Se il vento si leva, andranno vagando per l’aria come veli, ci passeranno sul capo. Non li ho mai veduti così trasparenti…. Un giorno vorrei andare con voi ad Arquà. I villaggi sono rosei laggiù come le conchiglie che si trovano nella terra a miriadi. Quando arriveremo, le prime gocce d’una pioggerella improvvisa toglieranno qualche petalo ai fiori dei peschi. Ci fermeremo sotto un arco del Palladio, per non bagnarci. Poi cercheremo la fontana del Petrarca, senza domandare a nessuno la via. Porteremo con noi le Rime nella piccola stampa del Missirini, quel libretto che tenete presso il capezzale e che omai non si può più chiudere perché s’è gonfiato di erbe come un erbario da bambola… Volete che andiamo, un giorno di primavera, ad Arquà? Ella non rispondeva ma gli guardava le labbra che dicevano quelle gentili cose; e, senza speranza, si piaceva del suono e dell’atto e non d’altro, fuggevolmente. In quelle imagini di primavera e in una sestina del Petrarca era per lei il medesimo incanto lontano. […] E prese per le mani la donna, la scosse un poco, la guardò in fondo agli occhi, tentò di sorridere; poi la trasse verso il sole su l’erba del prato. “Che tepore Senti? Com’è buona l’erba” Egli socchiuse gli occhi per ricevere i raggi sulle palpebre, subitamente ripreso dalla voluttà di vivere. Ella lo imitò, sedotta dal piacere del suo amico; e di tra i cigli guardava la bocca di lui fresca e sensuale. Rimasero così per qualche attimo sotto la carezza del sole, con i piedi nell’erba, con le mani nelle mani, sentendo nel silenzio palpitare le loro vene come ruscelli che si fanno più rapidi quando il gelo si discioglie a primavera. Ella ripensò i Colli Euganei, i villaggi rosei come le conchiglie fossili, le prime gocce della pioggia su le foglie nuove, la fontana del Petrarca, tutte le gentili cose. — Gabriele D’Annunzio — da Il fuoco 1900 – Comune di Arquà Petrarca”.
Indirizzo: via Roma a lato dell’Oratorio della SS Trinità, Arquà Petrarca
Pescara
Casa natale
La casa natale di Gabriele D’Annunzio ospita al primo piano dell’edificio il museo dedicato allo scrittore. L’edificio, appartenuto alla famiglia del poeta dai primi dell’Ottocento, passò allo Stato nel 1957 e fu in seguito affidato alla Soprintendenza ai Beni Ambientali Architettonici Artistici e Storici della provincia dell’Aquila. Il museo nasce nel 1993 basandosi su una mostra allestita in precedenza dalla Fondazione D’Annunzio con oggetti provenienti dal Vittoriale degli Italiani.
L’attuale percorso museale attuale si snoda in nove stanze, di cui le prime cinque ripropongono ambienti con arredi e decorazioni dell’epoca, mentre le quattro stanze successive celebrano la memoria di D’Annunzio attraverso un’esposizione che propone foto, libri, cimeli e altri oggetti legati al poeta.
Indirizzo: corso Manthonè 116, Pescara
Ingresso: a pagamento
Sito: musei.abruzzo.beniculturali.it
Università degli Studi “G. D’Annunzio” Chieti e Pescara
Per celebrare i 150 anni dalla nascita del poeta, nell’aprile 2014 è stato inaugurato davanti al rettorato un medaglione di bronzo raffigurante il profilo di D’Annunzio realizzato dallo scultore Luciano Primavera.
Indirizzo: Via dei Vestini, Chieti
Prato
Collegio Cicognini
Qui D’Annunzio studiò dal 1874 al 1881.
Indirizzo: piazza del Collegio 13, Prato
Roma
Palazzetto Zuccari
Il palazzo fu progettato da Federico Zuccari, originario di Urbino, all’inizio del XVII secolo. L’artista aveva acquistato il terreno vicino Trinità dei Monti, da cui si godeva una vista splendida sulla città, con l’intento di realizzare un palazzo più bello del Palazzo Zuccari che aveva progettato a Firenze. Il palazzo è conosciuto anche come “la casa dei mostri” perché il portone che dà su via Gregoriana è a forma di una bocca gigantesca spalancata, un’eccentrica decorazione realizzata dallo Zuccari nel 1592. Alla morte dell’artista il palazzo passò nelle mani di un certo Marcantonio Toscanella che dette incarico a Girolamo Rainaldi di ingrandirlo e alzarlo di due piani.
Il caratteristico portico con le colonne fu costruito nel 1771, periodo in cui la dimora divenne una locanda per artisti: vi soggiornarono infatti Joshua Reynolds, Johann Joachim Winckelmann, Jacques-Louis David (che vi dipinse Il giuramento degli Orazi). Dopo alcuni passaggi di proprietà, nel 1904 fu acquistato da Enrichetta Hertz, la quale raccolse molte opere d’arte e una grande biblioteca. Alla morte donò i quadri al governo italiano, che confluirono nel Museo di Palazzo Venezia, e l’edificio con la biblioteca al governo tedesco che vi istitutì la Biblioteca Hertziana, dedicata alla storia dell’arte.
Gabriele D’Annunzio frequentò il salotto di Enrichetta Hertz e scelse questo palazzo come dimora di Andrea Sperelli, protagonista del Piacere: “Rientrando nel suo appartamento della casa Zuccari, nel prezioso e delizioso ben retiro, provò un piacere straordinario. Gli parve di ritrovare in quelle stanze qualche parte di sé, qualche cosa che gli mancava. Il luogo non era quasi in nulla mutato. Tutto, intorno, conservava ancora, per lui, quella inesprimibile apparenza di vita che acquistano gli oggetti materiali tra mezzo a cui l’uomo ha lungamente amato, sognato, goduto e sofferto.” (da Il piacere)
Indirizzo: angolo tra Via Sistina e Via Gregoriana, Roma
Venezia
Casetta Rossa
Nell’ottobre 1915 D’Annunzio affittò la Casetta Rossa sul Canal Grande, di fronte all’attuale Peggy Gugenheim, dove visse per circa tre anni.
Da Venezia D’Annunzio poteva raggiungere facilmente il campo di volo da cui partivano le missioni aeree come quella del 15 gennaio 1916 dove, dopo aver provato a volare invano su Trieste, è costretto a fare un ammarraggio di emergenza, manovra durante la quale si ferisce all’occhio destro.
Questo episodio lo costringerà ad una convalescenza di sette mesi, trascorsi nella Casetta Rossa, dove scrive il Notturno in condizioni di totale cecità (teneva gli occhi bendati per non compromettere il solo occhio buono che gli era rimasto), aiutato dalla figlia Renata che si trasferisce nella residenza del padre per prendersi cura di lui. Da qui inoltre organizzò alcune famose imprese belliche come le incursioni su Cattaro e su Pola (1917), il volo su Vienna e la Beffa di Buccari (1918).
La casa si estendeva su tre piani: al piano terra c’erano i salotti, la sala da pranzo e il giardino; al primo piano la camera del poeta, affacciata sul Canal Grande, e il suo studio; all’ultimo piano le stanze della servitù.
In seguito D’Annunzio affittò la casa al nobile austriaco Fritz Hahenlohe. In tempi recenti era appartenuta a Evelina Schapira Levi Broglio, scomparsa nel 2007; adesso è in attesa di essere acquisita da un nuovo proprietario.
Coordinate: 45.4431628, 12.331243
Targa commemorativa
Inaugurata il 14 settembre 2013 presso l’aeroporto civile “Nicelli” per commemorare il 150° anninversario dalla nascita di Gabriele D’Annunzio, la targa ricorda la presenza del poeta al Lido durante la prima guerra mondiale. Qui assunse la carica di comandante della Squadra di San Marco che egli stesso rinominò “Siluranti Aeree” con il motto “Sufficit Animus“. La targa recita: “Nel 150° anniversario della nascita / di Gabriele D’Annunzio a ricordo della sua presenza al Lido di Venezia / a fianco dei piloti dell’idroscalo di S. Andrea / e al comando della squadra di S. Marco / con base su questo campo – Amici del Nicelli, 14 settembre 2013”.
Indirizzo: Aeroporto civile “Nicelli”, Lido di Venezia, Venezia