Arezzo

Casa natale

Secondo un’accreditata tradizione qui si trovava la casa in cui il poeta nacque il 20 luglio 1304, figlio di Eletta Canigiani e Ser Petracco, bandito da Firenze per la sua appartenenza politica. 
La casa attuale è una ricostruzione postbellica di un edificio risalente al XV secolo e, dal 1810, ospita la sede dell’Accademia Petrarca di Lettere Arti e Scienze. Al suo interno non ci sono reperti appartenuti al Petrarca ma un documentario su lui incentrato, una ricca biblioteca (in parte costituita dai libri appartenuti al medico e naturalista Francesco Redi) e la collezione numismatica dell’Accademia.
Indirizzo: via dell’Orto 28, Arezzo
Sito: arezzoturismo.it
Ingresso: a pagamento

Statua commemorativa

Il monumento a Francesco Petrarca fu inaugurato nel 1928 alla presenza del Re Vittorio Emanuele. Il progetto, finanziato dal Comune di Arezzo, con il contributo dello Stato e di enti pubblici e privati, era di Alessandro Lazzerini, che aveva vinto un concorso nel 1907, iniziando il lavoro di questa enorme scultura in marmo di Carrara 1925.
L’opera rappresenta Petrarca posto su un piedistallo, rivolto verso il duomo di Arezzo. Il basamento è poi ornato da altre figure simboliche, come la lupa che richiama la classicità, alcune allegorie dei trionfi, tra cui l’incoronazione del poeta, una madre che allontana il figlio da una lotta, simbolo della pace. C’è anche un medaglione che rappresenta Laura e altre immagini che alludono al Canzoniere.
L’opera è stata oggetto di atti vandalici nel 2010, ma è stata in seguito restaurata.
Indirizzo: parco del Prato, Arezzo


Milano

Targa commemorativa

La targa indica dove si trovava la casa in cui abitò Petrarca dal 1350 al 1358. L’iscrizione recita: “Qui era la casa / abitata da Francesco Petrarca / dall’anno MCCCLIII al MCCCLVIII”. 
Petrarca arrivò a Milano da Avignone nell’aprile del 1353 su invito dell’arcivescovo Giovanni Visconti, l’allora signore della città. Qui si mise al suo servizio collaborando con missioni e ambascerie, pur destando molte critiche da parte degli amici fiorentini che lo biasimavano per l’essersi messo al servizio di un acerrimo nemico di Firenze. 
Indirizzo: via Lanzone 53, Milano


Padova

Duomo di Padova

La cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta in piazza Duomo è sede vescovile dal IV secolo ma l’edificio attuale risale al XVI secolo. Qui per un breve periodo nel 1349 Francesco Petrarca svolse l’attività di canonico su nomina di Jacopo II da Colonna. Oggi nell’atrio si trova il “Monumento al canonico Francesco Petrarca” ad opera di Rinaldo Rinaldi mentre nella Sacrestia dei Canonici si trova un ritratto del poeta.
Indirizzo: piazza del Duomo, Padova

Affresco nella Sala dei Giganti

Quella che oggi fa parte dell’Università degli Studi di Padova, un tempo era uno delle stanze di rappresentanza del palazzo dei Carraresi.
L’affresco originario che decora la Sala dei Giganti, oggi andato perduto, era stato ispirato dall’opera De viris illustribus di Petrarca che all’epoca era ospite di Francesco I da Carrara, ma fu completato soltanto nel 1374, dopo la morte del poeta. L’unica testimonianza di quel ciclo originario è proprio un ritratto del poeta, seduto alla sua scrivania, con la fedele gatta (forse la stessa imbalsamata custodita in una teca nella casa di Arquà).
In seguito la sala fu riaffrescata nel 1540 ad opera di Domenico Campagnola, pur mantenendo un legame con il tema originale. Dal 1631 al 1912 la Sala dei Giganti è stata sede della biblioteca universitaria.
La sala è visitabile durante le visite guidate del sabato mattina.
Sitounipd.it
Indirizzo: Palazzo Liviano (Università degli Studi di Padova, entrata dallo scalone in corte Arco Vallaresso), piazza Capitaniato, Padova
Ingresso: a pagamento

Epitaffio sulla tomba di Jacopo da Carrara

Jacopo II da Carrara fu un mecenate che dette lustro alla città di Padova raccogliendo attorno a sé molti artisti e intellettuali dell’epoca tra cui Francesco Petrarca, che nominò canonico della cattedrale nel 1349. 
Il nobile padovano fu assassinato il 19 dicembre 1350 da Guglielmo da Carrara e fu sepolto nella chiesa di Sant’Agostino di Padova. Quando nel 1820 la chiesa fu abbattuta dagli austriaci, il monumento funebre venne traslato nell’attuale chiesa degli Eremitani.
L’epitaffio su marmo nero posto sotto il monumento fu scritto dall’amico Francesco Petrarca.
Indirizzo: chiesa degli Eremitani, piazza Eremitani, Padova

Targa commemorativa sulla canonica in cui abitò

Petrarca arrivò a Padova nel 1349 su invito di Jacopo II da Carrara il quale lo fece canonico della cattedrale. Oggi una targa in latino ricorda il luogo in cui sorgeva la canonica del poeta: “Hic proxime / Francisci Petrarchae / domus canonica fuit — Antenorei Lares MCMXXVII Anno V” (“In queste vicinanze sorgeva la canonica di Francesco Petrarca”).
Durante questo periodo Petrarca ricevette Giovanni Boccaccio che era giunto a Padova in qualità di messo ufficiale del governo per proporgli una cattedra nello Studio fiorentino. 
Indirizzo: via dietro Duomo 28, Padova

Statua di Francesco Petrarca

La statua è stata realizzata da Luigi Ceccon nel 1874. Nel basamento è collocata un’iscrizione (“A Petrarca / Cinque secoli dopo la sua morte / Padova — XVIII LUGLIO MDCCCLXXIV”) e tre medaglioni che raffigurano Cola di Rienzo, Iacopo da Carrara e Laura di Noves.
Indirizzo: piazza Petrarca, Padova

Statua di Francesco Petrarca

La statua scolpita in pietra di Vicenza, si trova lungo l’anello esterno ed è la numero 35.
Indirizzo: piazza Prato della Valle, Padova


Arquà Petrarca (Padova)

Casa del Petrarca

Francesco Petrarca visse ad Arquà gli ultimi anni della sua vita.
Aveva ricevuto in dono dal Signore di Padova Francesco il Vecchio da Carrara una casetta di origine duecentesca che il poeta fece restaurare nel 1369. Vi visse fino alla morte, occorsa nella notte tra il 18 e il 19 luglio 1374. Fu sepolto nella Pieve di Santa Maria Assunta e in seguito traslato nell’arca fatta erigere dal genero Francescuolo da Brossano.
Nel Cinquecento l’edificio fu acquisito dal nobile padovano Pietro Paolo Valdezocco il quale fece costruire la scala esterna e la loggia in stile rinascimentale, affrescata con delle immagini che si ispirano al Canzoniere, ai Trionfi e all’Africa.
Nel 1875 il cardinale Pietro Silvestri, allora proprietario della casa, la donò al Comune di Padova che la adibì a museo e la fece restaurare tra 1919 e 1923, riportandola a un aspetto più vicino alla sua forma originaria.
La casa museo è dislocata su due piani. Al piano terra si trovano alcuni pannelli espositivi che ripercorrono le tappe del poeta nel Veneto. In una teca è custodita la gatta imbalsamata ritenuta del Petrarca, ritratta anche nell’affresco dedicato al poeta nella Sala dei Giganti di Padova: in realtà è un falso storico fatto realizzare nel Seicento da Girolamo Gabrielli, che fu proprietario della casa. Tra le opere custodite c’è anche un modello in gesso raffigurante il Petrarca ad opera di Luigi Ceccon, sulla base del quale nel 1874 fu eretta la statua che si trova a Padova in piazza Petrarca.
Al piano superiore si trovano:
– la Sala Centrale o “delle Metamorfosi”, dove si trova una raffigurazione cinquecentesca della prima canzone del Canzoniere e una scultura in bronzo della testa del poeta che fu collocata sulla sua tomba nel 1547 (in seguito sostituita da una copia);
– la stanza di Venere, la camera da letto del poeta dove si trova un ritratto di Petrarca dipinto da o da Morosini Venier (1879), una statua di autore ignoto e un camino sul quale sono dipinti Venere e Vulcano;
– lo Studiolo, dove si trova una sedia e una libreria che dicono essere appartenuti al poeta;
– la Stanza dell’Africa, di Cleopatra o di Lucrezia, dove sono presenti alcuni affreschi che illustrano alcuni episodi tratti dall’Africa.
– la Stanza delle Visioni., dove si trova un affresco ispirato alla canzone “Standomi un giorno solo a la fenestra” e un ritratto del poeta.
Sul retro della casa si trova l’orto, al quale il poeta aveva dedicato molto tempo e attenzioni. Con l’aiuto dell’amico Lombardo della Seta vi piantò l’alloro, la vite e altre piante aromatiche e officinali.
Sul cancello di ingresso si trova una targa letteraria con alcuni versi tratti dalla Canzone XXIX del Canzoniere (1344) in cui il poeta descrive questi luoghi.
Indirizzo: via Valleselle 4, Arquà Petrarca (PD)
Sitoarquapetrarca.com
Ingresso: a pagamento

Tomba di Petrarca

La tomba di Petrarca fu costruita nel 1370, sei anni dopo la morte del poeta, in marmo rosso di Verona. La struttura, a cui ci si riferisce anche come “arca”, ricalca il modello in uso tra gli antichi Romani e porta la seguente iscrizione: “Frigida Francisci Lapis hic tegid ossa Petrarce; suscipe virgo parens animam; sate virgine pace. Fessaq(ue) iam terris celi requiescat in arce” (trad. “Questa pietra ricopre le fredde ossa di Francesco Petrarca, accogli, o Vergine Madre, l’anima sua, e tu, figlio della Vergine, perdona. Possa essa, stanca della terra, riposare nella rocca celeste”).

Chiesa di Santa Maria Assunta

Attestata sin dal 1026, nel Trecento aveva un porticato oggi scomparso. Seguirono altre trasformazioni, come un riguardevole ampliamento in lunghezza ed altezza nel 1677 e la facciata, che ha assunto l’attuale aspetto in stile romanico nel 1926. L’interno, a navata unica e travi a vista, conserva alcuni frammenti di affreschi dell’XI e del XV secolo. Qui si tennero i funerali del poeta nel 1374: inizialmente fu sepolto nella chiesa come da volontà testamentaria, ma sei anni dopo le spoglie furono traslate in un arca di marmo nella piazza di fronte l’edificio, per volere del genero Francescuolo.

Fontana del Petrarca

Lungo la strada che dalla chiesa di S. Maria conduce a valle, si trova un lavatoio di epoca duecentesca conosciuto anche come la “fontana del Petrarca”. Secondo la tradizione il poeta era solito utilizzarla poiché non vi erano altre sorgenti nel centro del paese. Sull’arco frontale è stata incisa un’iscrizione in latino, probabilmente dettata da Antonio Quarenghi (1547-1633), lo stesso dei versi della gatta imbalsamata (conservata nella casa di Petrarca di Arquà): “Fonti numen inest , hospes: venerare liquorem, unde bibens cecinit digna Petrarcha deis” (Un nume abita in questa fonte, o straniero: venera quest’acqua, bevendo la quale il Petrarca poté cantare versi divini)
Indirizzo: via Fontana, Arquà Petrarca


Monselice (Padova)

Pieve di Santa Giustina

Costruita nel 1256 in stile romanico, ha un’unica navata, abside quadrangolare con affreschi trecentescchi e due cappelle laterali. Era la collegiata di Monselice quando nel 1365 Petrarca ne divenne canonico fino a quattro anni dopo, quando Francesco il Vecchio gli donò un appezzamento di terreno ad Arquà.
Indirizzo: via del Santuario, Monselice 


Parma

Targa commemorativa

La targa in marmo, nella quale è incastonato un bassorilievo che ritrae il poeta, recita: “Francesco Petrarca / questa casa possedette e abitò”.
Petrarca aveva soggiornato a Parma dal maggio 1941 al gennaio 1942 e vi tornò alla fine di dicembre del 1343, acquistando la casa in cui aveva trascorso il suo precedente soggiorno, facendola ristrutturare e applicando alcuni marmi decorativi. All’epoca la città era governata dai Correggio, anche se il loro governo non era destinato a durare molto perché Parma si trovò presto al centro delle lotte tra i signori lombardi. 
In questo periodo lavorò all’Africa e ai Rerum memorandarum libri e scrisse un notevole numero di liriche in volgare, tra cui I’ vo’ pensando, et nel penser m’assale (RVF, CCLXIV).
Nel febbraio 1345, preoccupato per il degenerare della situazione politica, lascia Parma e chiede ospitalità a Verona.
Indirizzo: strada Petrarca 7, Parma


Verona

Targa commemorativa

La targa recita: “Guglielmo Guarienti detto da Pastrengo / legista e letterato preclaro ebbe la / gloria di accogliere più volte in questa / sua casa ospite ed amico Francesco / Petrarca — Sec. 14 e.v.”.
Indirizzo: vicolo Verità, Verona


Trieste

Museo petrarchesco-piccolomineo