Italia
Milano
Targa commemorativa
Arruolatosi come volontario nel corpo di spedizione americano, viene inviato come assistente di trincea presso Fossalta di Piave, dove la notte tra 8 e 9 luglio 1918 rimane ferito. Arriva così il 17 luglio all’Ospedale della Croce Rossa americana a Milano dove viene operato e, una volta dimesso, decorato con la Medaglia d’argento al Valor Militare. Sull’edificio dove si trovava l’Ospedale della Croce Rossa americana oggi si trova una targa che recita: Nell’estate del 1918 / in questo edificio / adibito a ospedale della Croce Rossa americana / Ernest Hemingway / ferito sul fronte del Piave / fu accolto e curato. / Così nacque la favola vera di / “Addio alle armi”.
Indirizzo: via Armorari 4, Milano
Venezia
Harry’s Bar
Fondato nel 1931 da Giuseppe Cipriani, il suo nome deriva da quello di uno studente americano, Harry Pickering, che venuto a Venezia per guarire dall’alcolismo, ma piantato in asso dalla zia senza avere più un soldo, ricevette un prestito da Cipriani, che gli consentì di tornare in America. Qualche anno più tardi lo studente si ripresentò e rimborsò a Cipriani l’intera cifra più un gruzzolo aggiuntivo che gli permise di aprire un attività in proprio, la quale in segno di riconoscenza prese proprio il nome del ragazzo, “Harry’s Bar”.
Ernest Hemingway ne divenne un cliente fisso, soprattutto a cavallo tra 1949 e 1950, dove gli fu riservato un tavolo fisso. Inoltre, nel suo romanzo Di là dal fiume e tra gli alberi (“Over the River and Into the Trees”), il locale è citato spesso.
Harry’s Bar è stato frequentato da numerosi altri artisti, tra cui Arturo Toscanini, Orson Welles, Truman Capote, Guglielmo Marconi, Somerset Maughan, Noel Coward, Charlie Chaplin, Georges Braque, Barbara Hutton, Valentina Schlee.
Inoltre il fondatore del bar, Giuseppe Cipriani, è ritenuto l’inventore del celebre cocktail “Bellini”, composto da prosecco e succo di pesca bianca, e del piatto “carpaccio”, che consiste in fettine di carne o pesce crudi o semi-crudi con aggiunta di olio e scaglie di formaggio grana.
Indirizzo: calle Vallaresso, San Marco 1323, Venezia
Sito: harrysbarvenezia.com
Hotel “The Gritti Palace”
È l’albergo nel quale Hemingway soggiornò a cavallo tra gli anni Quaranta e Cinquanta e dove scrisse molte pagine del romanzo Di là dal fiume e tra gli alberi.
Oggi l’albergo dà la possibilità di soggiornare nella lussuosa “Hemingway Presidential Suite”, la stessa stanza dello scrittore americano, finemente arredata (con tanto di poltrona personale di Hemingway) e vista sul Canal Grande.
Indirizzo: campo Santa Maria del Giglio, 2467
Locanda Cipriani
Creata da Giuseppe Cipriani, proprietario dell’Harry’s Bar, nell’isola di Torcello, ospitò Hemingway dapprima nel 1948 e successivamente nel 1954, dove portò avanti la stesura del suo romanzo Di là dal fiume e tra gli alberi. Altri furono gli ospiti illustri della locanda: dalla regina d’Inghilterra, Elisabetta II, che vi sostò con il principe Filippo nel 1961, ma anche artisti come Arturo Toscanini, Igor Stravinsky, Maria Callas, Marc Chagall e molte stelle del cinema, tra cui Greta Garbo e Ingrid Bergman.
Indirizzo: piazza Santa Fosca 29, Torcello, Venezia
Sito: locandacipriani.com
Bassano del Grappa (Vicenza)
Museo Hemingway e della Grande Guerra
Il museo ha sede presso Villa Ca’ Erizzo Luca, sulla riva est del fiume Brenta. La villa, risalente al Quattrocento ma in seguito rimaneggiata, fu nel 1918, durante la Prima Guerra Mondiale, la sede della Sezione Uno delle ambulanze della Croce Rossa Americana. Tra i volontari autisti che soggiornavano qui c’era anche Hemingway, che infatti fa riferimento a Ca’ Erizzo nel suo racconto La scomparsa di Pickles McCarty (titoli originali The Woppian Way o The passing of Pickles McCarty), scritto nel 1919, appena rientrato in patria. Nel racconto, il protagonista è un pugile italo-americano arruolato negli Arditi che hanno stanza a Ca’ Erizzo.
L’esposizione si snoda attraverso una serie di pannelli espositivi che documentano gli eventi della Grande Guerra, in particolare la partecipazione degli Stati Uniti e le vicende autobiografiche di Ernest Hemingway. In una delle sale del museo è allestita una scenografia a grandezza naturale che omaggia la passione di Hemingway per la caccia. La statua che qui lo ritrae fa riferimento all’ultimo dei suoi safari in Africa.
Indirizzo: via Ca’ Erizzo 35, Bassano del Grappa
Ingresso: a pagamento
Sito: museohemingway.it
Cuba
L’Avana
Casa museo “Finca Vigia”
Finca Vigia è la casa cubana di Ernest Hemingway. Si trova nel piccolo paese di San Francisco de Paula, una ventina di chilometri a est de L’Avana.
L’edificio fu costruito nel 1886 dall’architetto spagnolo Miguel Pascual y Baguer. Lo scrittore l’acquistò dopo il matrimonio con la terza moglie, Martha Gellhorn, nel 1940 per la cifra di 12.500 dollari.
Durante il periodo in cui vi abitò, vi scrisse due dei suoi più grandi capolavori: Il vecchio e il mare e Per chi suona la campana.
Alla morte di Hemingway, il governo cubano espropriò la casa e l’ultima moglie Mary Hemingway, trattò con il governo per poter recuperare parte degli oggetti in essa contenuti (manoscritti, qualche libro e dipinto), anche se dovette abbandonarne la maggior parte.
Dopo essere stata dichiarata dall’ente statunitense per la preservazione degli edifici storici (National Trust for Historic Preservation) un edificio a rischio, la casa fu restaurata e aperta al pubblico nel 2007. L’interno della casa non è accessibile ma si può osservare dalle finestre attraverso le quali si intravedono libri, opere d’arte, trofei di caccia, la sua macchina da scrivere. Nel giardino oggi si può anche ammirare “Pilar“, la barca dello scrittore.
Indirizzo: Finca Vigia, La Habana
Ingresso: a pagamento
Sito: hemingwaycuba.com
La Bodeguita del Medio
Celebre locale di L’Avana, noto soprattutto perché qui è nato il mojito, la celebre bevanda a base di rum, lime, menta, zucchero di canna e soda, che Hemingway amava bere proprio in questo locale. Il cocktail fu inventato da Attilio De La Fuente, barman del locale, ma alcuni attribuiscono la creazione a Angel Martinez, che rilevò il locale nel 1942, e altri addirittura al pirata inglese Sir Francis Drake, nel XVI secolo, che aveva dato origine a una bevanda molto simile.
Quando Hemingway si trasferì a Cuba nel 1940 con la terza moglie, Martha Gellhorn, iniziò a frequentare questo locale del quale scrisse “My mojito in La Bodeguita, my daiquiry in El Floridita“, una frase che campeggia ancora oggi al suo interno. Altri celebri avventori sono stati Salvador Allende e Pablo Neruda.
Indirizzo: Empedrado, La Habana
El Floridita
El Floridita è un famosissimo ristorante di pesce nella zona dell’Avana vecchia. È nato nel 1817 con il nome “La Piña de Plata”, poi diventato “Florida” e infine “Floridita”.
Qui è stato inventato il famoso cocktail “daiquiri“, opera di Costantino Ribalaigua, uno spagnolo di origine catalana, che aveva iniziato a lavorare nel locale nel 1914 e lo aveva poi acquisito nel 1918.
Tra i suoi più famosi avventori c’è stato Ernest Hemingway che scrisse “My mojito in La Bodeguita, my daiquiri in El Floridita”, riferendosi ai due cocktail e ai due locali da lui amati. All’interno del locale oggi si trovano vari oggetti a lui connessi tra cui una statua in bronzo a grandezza naturale scolpita dall’artista cubano José Villa Soberón nel 2003.
Altre penne celebri passate di qui sono state Ezra Pound, John Dos Passos e Graham Greene.
Indirizzo: Obispo No.557 esq. a Monserrate, Habana Vieja, La Habana
Sito: floridita-cuba.com
Francia
Parigi
Targa commemorativa sul primo appartamento parigino
Hemingway arriva per la prima volta a Parigi il 31 maggio 1918 ma vi trascorre solo pochi giorni, proseguendo per Milano. Vi ritorna nel 1922 e si stabilisce nel Quartiere Latino, dove inizia la sua carriera letteraria frequentando artisti e intellettuali dell’epoca come Gertrude Stein, la libraia Sylvia Beach e Ezra Pound.
Dal gennaio 1922 all’agosto 1923 vive al terzo piano di questo edificio con la sua prima moglie, Hadley Richardson. Una targa sulla facciata recita: “De janvier 1922 à août 1923 a vécu, au troisième étage de cet immeuble, avec Hadley, son épouse, l’écrivain américain Ernest Hemingway (1899-1961). Le quartier, qu’il aimait par-dessus tout, fur le véritable lieu de naissance de son oeuvre et du style qui la caractérise. Cet américain à Paris entretenait des relations familières avec ses voisins, notamment le patron du bal-musette attenant. … «tel était le Paris de notre jeunesse, au temps où nous étions très pauvres et très heureux ».”
Riferendosi a questo periodo scrive in A Moveable Feast (Una Festa Mobile): “Se hai avuto la fortuna di vivere a Parigi da giovane, dopo, ovunque tu passi il resto della tua vita, essa ti accompagnerà perché Parigi è una Festa Mobile“.
Indirizzo: 74 rue du Cardinal-Lemoine, Parigi
Shakespeare and Company
Stati Uniti
Key West (Florida)
Ernest Hemingway Home and Museum
Lo scrittore vi ha vissuto per più di dieci anni. Visitò per la prima volta Key West nell’aprile 1928 con la moglie Pauline su consiglio dello scrittore John Dos Passos, che aveva conosciuto a Parigi. Arrivato in città fece la conoscenza di Charles Thompson, proprietario di negozio di ferramenta della zona, il quale lo intratteneva nella sua dimora di Fleming Street e gli fece scoprire lo sport della pesca. Il piacevole periodo trascorso a Key West convinse Ernest e la moglie Pauline a cercare un’abitazione permanente che fu acquistata due anni dopo dallo zio di Pauline, Gus, nel 1931 in Whitehead Street.
La casa dello scrittore era stata costruita nel 1851 in stile coloniale spagnolo e cadeva quasi a pezzi quando fu acquistata, ma la coppia ne intravide le potenzialità così da farla restaurare fino ad assumere l’aspetto che conserva ancora oggi. Tra le stravaganze principali, la piscina costruita nel 1937-38 e costata 20.000 dollari, la prima realizzata a Key West. Si dice che, ironizzando sull’esorbitante costo della struttura, Hemingway prese un penny ed esclamò “Ecco, prenditi anche l’ultimo penny!” premendolo nel cemento fresco del patio circostante (il penny viene ancora mostrato ai visitatori).
Arredata secondo il gusto personale dello scrittore, la casa abbonda di oggetti portati dalle varie parti del mondo: dai mobili europei ai trofei di caccia racimolati durante i safari africani. Inoltre sono ancora presenti nella tenuta i discendenti del gatto di Hemingway, un gatto che gli era stato regalato da un capitano di mare e che aveva la particolarità di avere sei dita (così come tuttora hanno alcuni discendenti).
Quando lo scrittore si separò dalla moglie Pauline, andò a vivere a Cuba con la terza moglie, Martha Gellhorn, continuando però a visitare Key West negli anni Quaranta e Cinquanta.
Indirizzo: 907 Whitehead Street, Key West
Ingresso: a pagamento
Sito: hemingwayhome.com