Indirizzo: II e III piano, via Madonna del Mare 13, Trieste
Ingresso: gratuito
Orario: da lunedì a venerdì, 9-13; il museo petrarchesco piccolomineo anche giovedì 15-19 e sabato 9-13.
Siti: museojoycetrieste.it
museosveviano.it
museopetrarchesco.it
All’interno della Biblioteca civica “Attilio Hortis” di Trieste sono stati allestiti alcuni spazi dedicati agli scrittori che hanno avuto un legame con la città: nascono così il Joyce Museum e il Museo Svevo. Ad essi va ad aggiungersi il Museo petrarchesco-piccolomineo, uno spazio dedicato a libri antichi a stampa e opere d’arte relative a Francesco Petrarca ed Enea Silvio Piccolomini.
Joyce Museum
Il museo nasce nel 2004 e racconta il legame tra James Joyce e Trieste. Inoltre ogni anno, nel Bloomsday, il 16 giugno, organizza eventi per celebrare lo scrittore irlandese e il suo romanzo più famoso, l’Ulysses. Al suo interno sono esposte lettere autografe, alcuni libri appartenuti allo scrittore, un video e del materiale per approfondire la vita di Joyce a Trieste.
Museo Svevo
Il museo è stato inaugurato il 19 dicembre 1997 (nel giorno della nascita di Svevo) ed è stato costituito grazie alla donazione della figlia dello scrittore Letizia Svevo Fonda Savio.
Vi sono conservati molti oggetti, dal mobile-libreria che compare anche in alcune foto dello scrittore, il suo violino, la penna d’oro che la futura moglie Livia gli regala per il fidanzamento, alcune carte e libri di sua proprietà preziosamente annotati.
Purtroppo molti beni appartenuti a Svevo sono andati distrutti a seguito del bombardamento aereo della città, il 20 febbraio 1945 che distrusse la casa dei Veneziani, la famiglia della moglie dello scrittore, dove vivevano.
Museo petrarchesco-piccolomineo
Rinnovato nel 2019 con supporti multimediali, il museo si basa sulla collezione di Domenico Rossetti de’ Scander, avvocato e membro dell’Accademia d’Arcadia tergestina, il quale possedeva una biblioteca molto vasta comprendente anche libri e opere d’arte relative a Francesco Petrarca (la seconda collezione al mondo per vastità) ed Enea Silvio Piccolomini (papa Pio II dal 1458).
Alla morte di Rossetti nel 1842, la Biblioteca Civica ereditò il suo patrimonio dedicandogli una sala per la conservazione fin dal 1847. Oggi la sala è a disposizione sia di studiosi che visitatori e vi vengono organizzate mostre espositive temporanee.