“Tutto il mondo è un palcoscenico” recita il motto che sventola sopra il Globe Theatre di Londra dove, nella sua struttura originale, videro la luce alcuni capisaldi della drammaturgia mondiale.

Ma qual era il mondo-palcoscenico di William Shakespeare?

Se quello privato ruotava attorno alla piccola Stratford-upon-Avon, quello professionale trovò piena realizzazione a Londra, in particolare nel sobborgo di Southwark, che nel Cinquecento si trovava fuori dai confini cittadini, ma ospitava alcuni dei più importanti teatri pubblici, su tutti il Globe.

E qui sorge un’altra domanda: dopo quattrocento anni, sono rimaste tracce della città che si mostrava agli occhi di Shakespeare?

Da Stratford a Londra

Shakespeare nasce Stratford-upon-Avon nel 1564, 150 km a nord-ovest della capitale, e qui vive tutta la prima fase della sua vita. Si sposa a 18 anni, ha tre figli, finché a un certo punto, dal 1585 al 1592, se ne perdono le tracce. Ai posteri non sono giunte informazioni su questi sette “anni perduti” che hanno alimentato la curiosità degli studiosi e le teorie più strampalate. Di Shakespeare, d’altronde, non si hanno molte notizie biografiche: le poche informazioni certe provengono da contratti e altri documenti di carattere legale.

Nel 1592, però, lo ritroviamo a Londra.

Lo veniamo a sapere grazie all’aspra critica che gli rivolge un drammaturgo coevo. Deduciamo quindi che in quell’anno Shakespeare era già famoso: probabilmente aveva iniziato la carriera teatrale come attore, facendosi notare anche per le brillanti doti autoriali.

E il luogo in cui l’avremmo sicuramente incontrato sarebbe stato Southwark, il turbolento quartiere sulla sponda meridionale del Tamigi che oggi fa parte della Inner London, ma che all’epoca non era neanche incluso nei confini cittadini.

Southwark, alle porte della City

Alla fine del XVI secolo il cuore antico di Londra – la City – si concentrava nella zona tra la St. Paul’s Cathedral e la Tower of London sulla sponda settentrionale del Tamigi. Specularmente, sulla riva meridionale del fiume, si sviluppava il sobborgo di Southwark, ossia la zona dove oggi sorgono il Tate Modern e lo Shard.

A collegare la City con Southwark c’era il London Bridge, all’epoca unico ponte tra le due sponde del Tamigi, che tuttavia non aveva niente a che vedere con l’anonima striscia di cemento quale appare oggi. Dobbiamo invece immaginarcelo vagamente come il Ponte Vecchio fiorentino, ma molto più imponente e transitato. Sul London Bridge infatti erano state costruite decine di abitazioni e botteghe su tutta la sua lunghezza, una cappella al centro e un portale di accesso, il Southwark Gate, sopra il quale svettavano inquietanti le teste dei giustiziati infilzate sulle picche. Sempre affollatissimo nonostante la carreggiata fosse ampia quasi 4 metri1, ci voleva molto tempo per attraversarlo, tant’è che alla metà del Settecento si decise di abbattere gli edifici per rendere il transito più scorrevole (il London Bridge fu poi demolito del tutto nel 1831 e ne fu costruito uno più moderno a 30 metri di distanza).

Al tempo di Shakespeare, Southwark era quindi l’ultimo baluardo prima dell’accesso a Londra da sud, e soprattutto era fuori dalla giurisdizione cittadina. Per questo era diventato il sobborgo dei piaceri e dei divertimenti, zeppo di taverne, birrerie e locande, dove si giocava d’azzardo e si praticavano tutte quelle attività illegali in città, tra cui le amatissime bear-baiting e bull-baiting, spettacoli cruenti in cui i cani da caccia venivano scagliati contro orsi e tori incatenati. Non solo: dal XII secolo, per ordine dell’allora sovrano Enrico II, questa era diventata una zona autorizzata di bordelli e ospitava una delle più antiche prigioni inglesi, The Clink. Alcol, azzardo, dissolutezza, prostituzione, crimini: Southwark era considerata la cloaca della città.

Ed è proprio qui che fiorì il teatro di William Shakespeare.

Il Southwark Bridge e la City oggi ©turismoletterario.com

Il teatro di Shakespeare a Londra

Alla fine del Cinquecento, i teatri pubblici a Londra esistevano già da almeno due decenni: i primi erano stati costruiti in un sobborgo a nord della città – il Theatre (1576) e il Curtain (1577) – a cui avevano fatto seguito due teatri nel sobborgo a sud, ossia Southwark – il Rose (1587) e lo Swan (1595). Oltre a questi c’erano anche i teatri privati, per un pubblico ristretto e altolocato, a cui invece era concesso di stare entro i confini della City.

Questo prolificare di teatri non deve stupire: fu un tratto distintivo della gloriosa epoca di Elisabetta I, salita al trono nel 1559, un periodo di grande prosperità che incentivò gli scambi culturali col continente e una florida produzione artistica autoctona, specialmente nella drammaturgia, il cosiddetto “teatro elisabettiano”.

Il fermento sui palchi londinesi tuttavia è destinato a subire un drammatico stop proprio l’anno in cui ritroviamo le tracce di Shakespeare: nel 1592 infatti scoppia un’epidemia di peste e i teatri sono costretti a chiudere per ben due anni.

Alla riapertura, nel 1594, gli attori si riorganizzano: nasce così la compagnia dei Lord Chamberlain’s Men, sotto il patronato del Lord Ciambellano, di cui Shakespeare diventa socio. Successo dopo successo la compagnia può infine permettersi un teatro di proprietà: ed ecco che nel 1599 viene costruito il Globe, su cui sventolerà il motto Totus mundus agit histrionem (“Tutto il mondo è un palcoscenico”).

Prima del Globe, Shakespeare aveva già all’attivo spettacoli di grande successo come Romeo e Giulietta, Sogno di una notte di mezza estate e Il mercante di Venezia. All’apertura del nuovo teatro furono poi portati in scena drammi storici come Enrico V e Giulio Cesare, commedie come La dodicesima notte e Come vi piace, ma soprattutto Amleto, che apre alla stagione delle grandi tragedie, dal 1603 al 1608: Otello, Re Lear, Macbeth, Antonio e Cleopatra.2

L’odierno Globe Theatre ©turismoletterario.com

Questi, tuttavia, sono anche gli anni in cui muore la regina Elisabetta I (1603) e sale al trono il nipote Giacomo I che prenderà sotto la sua ala la compagnia di Shakespeare, da questo momento chiamata i King’s Men, gli attori del re.

Con la recrudescenza di peste del 1608 si impone un nuovo stop ai teatri pubblici: le compagnie si rivolgono ai teatri privati, più piccoli e con un pubblico selezionato. I King’s Men si esibiscono al Blackfriars, ma Shakespeare intorno a questa data si è probabilmente già ritirato a Stratford. Ha lasciato la carriera di attore e continua a scrivere dal suo paese natale. È il periodo delle tragicommedie come La tempesta, dai complessi significati simbolici e rivolte al pubblico sofisticato dei teatri privati.

La sua ultima opera porta con sé un infausto presagio: durante una delle prime messe in scena di All is true (nota più tardi come Enrico VIII) il 29 giugno 1613,3 un colpo di cannone usato come effetto speciale incendia il tetto di paglia del Globe, che viene incenerito dalle fiamme.

Quasi simbolicamente, la carriera di Shakespeare termina con la distruzione del teatro che aveva dato vita ai suoi maggiori successi: tre anni dopo, il 23 aprile 1616, Shakespeare muore a Stratford.

Il Globe, che era stato ricostruito subito dopo l’incendio, sarà definitivamente demolito nel 1644.

Tracce di Shakespeare a Southwark

Cosa rimane oggi della Londra di Shakespeare?

Cinquanta anni dopo la morte del drammaturgo, la più grande catastrofe nella storia di Londra, il Grande incendio del 1666, ridusse la City a un cumulo di macerie. Gran parte degli edifici che deve aver visto Shakespeare sono andati perduti, compresa la St. Paul’s Cathedral. Dell’imponente cattedrale non rimase che lo scheletro in pietra e fu ricostruita negli anni seguenti. Rimase invece intaccata la Tower of London, che negli anni di Shakespeare era ancora utilizzata come prigione: molti personaggi religiosi e politici scomodi vi furono rinchiusi, tra cui Guy Fawkes.

Quindi, per trovare tracce interessanti dell’epoca di Shakespeare dobbiamo rivolgerci all’odierno quartiere di Southwark che non fu raggiunto dall’incendio del 1666.

1. The Clink

Uno degli antichi luoghi simbolo di Southwark è The Clink, forse la più celebre prigione d’Inghilterra, risalente al 1144. Il nome potrebbe derivare dal suono onomatopeico dal tintinnio dei ferri attorno ai polsi dei detenuti o dal colpo metallico alla chiusura della cella, oppure dalla parola fiamminga “klink” (chiavistello). La sua popolarità era tale da far diventare il nome di questo luogo un deonimico per “prigione”4 e dare origine all’espressione “to be thrown in The Clink”, ossia “essere sbattuto in prigione”. È rimasta in funzione fino al 1780, anno in cui fu distrutta da una rivolta. L’edificio odierno è una ricostruzione e al suo interno ospita un museo che ricrea le terribili condizioni dei detenuti.

The Clink Prison Museum ©turismoletterario.com

2. Clink Street

Questa zona, così come la prigione, erano amministrate dal potente vescovo di Winchester che poteva far incarcerare eretici e debitori. I resti della sua residenza, il Winchester Palace, si trovano poco oltre la prigione, su Clink Street, una stradina stretta, cupa e acciottolata che un po’ rievoca la Southwark al tempo di Shakespeare. Non distante si trova anche The Golden Hinde, la ricostruzione del galeone di Francis Drake, prima nave inglese a circumnavigare il globo tra il 1577 e il 1580 in una spedizione sostenuta da Elisabetta I.

All’estremità occidentale di Clink Street, sotto i binari ferroviari, da non perdere è lo sgargiante murale dedicato a Shakespeare realizzato nel 2016 dall’artista australiano Jimmy C (James Cochran).

Winchester Palace ©turismoletterario.com

3. Southwark Cathedral

Uno dei riferimenti del quartiere è la Southwark Cathedral, chiesa anglicana risalente al XIII secolo e uno dei primi edifici gotici di Londra. Nei secoli è stata ampiamente rimaneggiata, ma la torre centrale è originale del tardo XIV secolo. Ha assunto lo status di cattedrale solo nel 1905: al tempo di Shakespeare infatti si chiamava St. Saviour’s Church e lo scrittore deve averla frequentata per un periodo, tanto che suo fratello Edmund venne sepolto qui quando morì nel 1607, come ricorda la lapide commemorativa incastonata nel pavimento del coro.

Southwark Cathedral ©turismoletterario.com

All’interno della chiesa si trova anche un monumento dedicato al drammaturgo: una vetrata realizzata da Christopher Webb che rappresenta alcuni personaggi delle sue opere e sotto una statua in alabastro, scolpita da Henry McCarthy nel 1912, che lo ritrae disteso su un fianco.
Ma gli omaggi a Shakespeare non sono finiti qui: nel cortile della chiesa si trova una sua statua in bronzo, realizzata nel 2020 da Raphael Maklouf.
Piccola curiosità: la cattedrale è famosa anche per Hodge, il gatto che vi abita stanzialmente e che ogni tanto si aggira per le navate.

Nei pressi della chiesa, da segnalare il Borough Market: non sarà seicentesco, ma è perfetto per soddisfare gli appetiti con le sue bancarelle succulente.

Statua di Shakespeare nel cortile della Southwark Cathedral ©turismoletterario.com

4. The George Inn

E per rimanere in tema di cibo, tra le tracce della Londra seicentesca va menzionata poco più a sud un’antica taverna: The George Inn, al 75 di Borough High Street, è l’unico esempio di pub con balconate rimasto a Londra ed è citato anche in alcuni romanzi di Charles Dickens. In realtà, l’attuale edificio è del 1677, quindi successivo a Shakespeare, ma al tempo del drammaturgo sorgeva qui un locale simile e omonimo.

5. Old London Bridge

Dell’originale London Bridge invece non restano che un mosaico commemorativo, lungo The Queen’s Walk, che permette di inquadrare con un colpo d’occhio tutta la City odierna con la sua selva di grattacieli; e un modellino che lo ricostruisce: si trova nella Church of St Magnus The Martyr, sulla sponda settentrionale del Tamigi all’incrocio con il nuovo London Bridge.

6. Globe Theatre e il Rose

Il glorioso Globe di Shakespeare fu demolito nel 1644. Quello che oggi svetta sul Bankside è una ricostruzione del 1997 che, per giunta, non può dirsi rigorosamente fedele all’originale. Questo perché non ci sono stati tramandati i progetti, ma è basato su illustrazioni dell’epoca. Anche la posizione non è la stessa del Globe originale: infatti il teatro si trovava nell’odierna 125 Park Street: alcune pietre incastonate nel pavimento e dei cartelli informativi ne segnalano la posizione.

Sito originario del Globe ©turismoletterario.com

L’attuale Globe fu fortemente voluto dall’attore e regista americano Sam Wanamaker, che avviò il progetto nel 1987 ma morì prima di vedere il teatro realizzato. A lui è stata dedicata la Sam Wanamaker Playhouse, una sala coperta, costruita nel 2014 e adiacente al Globe, che riproduce un teatro privato di epoca giacomiana come doveva essere il Blackfriars.

Il Globe ripropone la struttura dei teatri pubblici elisabettiani: è costruito rigorosamente in legno con il tetto di paglia e ha un’arena, scoperta, circondata da tre ordini di gallerie. Il palcoscenico si protende nell’arena ed è parzialmente coperto da una tettoia. Sul fondo non c’è la scenografia ma una parete con due porte da cui accedono gli attori. Sopra il palco invece c’è una balaustra dove in epoca elisabettiana sedevano gli aristocratici (e no, a differenza di quel che si vede nel film Shakespeare in Love, molto probabilmente la regina non assistette mai a uno spettacolo qui per ragioni di sicurezza). 

Assistere a uno spettacolo al Globe è assolutamente un’esperienza da provare. Gli spettacoli si tengono da aprile a ottobre, anche in caso di pioggia: poiché l’arena è scoperta, è consigliabile indossare un impermeabile (gli ombrelli sono vietati). I palchi invece sono riparati.

Una visita guidata al Globe Theatre

Per la sola visita, invece, si deve prendere obbligatoriamente parte al tour guidato (consigliatissimo).
Nel teatro si trova anche un interessante museo dedicato alla storia del Globe (a pagamento ma si visita in autonomia) e un negozio pieno di gadget ispirati alle opere di Shakespeare.

Infine, non distante dal Globe originale si trovano i resti di un altro teatro elisabettiano, il Rose.
Chiuso nel 1606 e dato perduto, durante la costruzione di edifici moderni nel 1989 ne sono state ritrovate le fondamenta. C’è in corso un progetto per la valorizzazione di questo sito: i resti delle fondamenta, valorizzate con una illuminazione a Led, si possono visitare in alcuni periodi dell’anno.

Il museo del Globe Theatre ©turismoletterario.com

Fonti:

  1. 1. Stephen Porter, Shakespeare’s London. Everyday Life in London 1580–1616 (Amberley, 2009) ↩︎
  2. 2. Giorgio Melchiori, Shakespeare (Laterza, 2005)  ↩︎
  3. 3. Giorgio Melchiori, Shakespeare (Laterza, 2005) ↩︎
  4. 4. thefreedictionary.com/clink ↩︎
  • David Thomas, A Visitor’s Guide to Shakespeare’s London (Pen & Sword History, 2016)
  • Richard Tames, Shakespeare’s London on 5 Groats a Day (Thames & Hudson, 2018)