Quando ne pronunci il nome quasi ti si inceppa nel palato. La successione di suoni evoca una vaga cacofonia, instilla per forza un pizzico di curiosità. Lafcadio Hearn è un autore che fa capolino sempre più spesso tra gli scaffali delle librerie, rispolverato dall’una o dall’altra casa editrice. Addirittura a Milano qualche mese fa è stata dedicata una grande mostra evento alle sue storie sul folklore giapponese illustrate da Benjamin Lacombe.
Lafcadio Hearn (1850-1904) infatti è autore di varie raccolte di racconti sulle creature fantastiche che popolano la tradizione giapponese: Glimpse of Unfamiliar Japan (1894) e Kwaidan (1904) le più famose. Fu il primo occidentale che raccolse e tradusse in inglese queste storie, e lo fece con una sensibilità rara molto apprezzata dagli stessi giapponesi, così gelosamente orgogliosi delle proprie imperscrutabili tradizioni.
Ma insomma, chi era Lafcadio Hearn?
Lafcadio era un giornalista e un viaggiatore. Non di quelli intrepidi e sicuri di sé, con lo charme di Chatwin e la baldanza di Hemingway. Piuttosto aveva un carattere scontroso, irascibile, e un’insicurezza data dall’aspetto ributtante a causa di un occhio, rivestito di una patina lattiginosa, che aveva perso durante un gioco da ragazzo. Lo confermano i suoi ritratti, sempre dal lato destro per celare l’occhio difettoso e due enormi baffoni per distogliere l’attenzione. Ma il caratteraccio e l’aspetto singolare non frenavano certo la sua curiosità, la voglia di scoprire e conoscere culture diverse.
La vicenda biografica di quest’uomo dal nome strambo è altrettanto affascinante: nato in Grecia, cresciuto in Irlanda, poi partito alla volta di New Orleans e dei Caraibi, infine approdato in Giappone… tutti luoghi imbevuti di miti e leggende ancestrali – dai ciclopi e dalle arpie del mito greco alle banshee e ai leprecauni dei racconti celtici, dagli stregoni vudù e dagli zombie della cultura creola fino a tutto quell’universo di demoni, spettri e spiriti di cui straripa il folklore giapponese.
Una vita raminga
Lafcadio nasce nel 1850 sull’isola di Lefkada (da cui deriva il suo nome), in Grecia, quindi una terra che già lascia un imprinting col suo bagaglio di miti e leggende. La madre è greca, ma il padre è un medico irlandese: motivo per cui quando lui ha due anni la famiglia si trasferisce in Irlanda. Presto però la madre lo abbandona per tornarsene in Grecia e lui trascorre un’infanzia solitaria a casa della prozia in Upper Leeson Street a Dublino, nutrendosi principalmente di storie di fantasmi, fate e folletti che gli raccontava la bambinaia, originaria del Connacht, anche qui, di nuovo, una terra di antiche leggende, celtiche stavolta.
Dall’Irlanda ancestrale Lafcadio assorbe molto, e più tardi ricambiò anche con un piccolo, curioso contributo. Infatti, la più grande hit irlandese di sempre secondo gli ascoltatori della radio nazionale RTÉ 2fm, gli deve indirettamente il titolo: Zombie. Perché fu proprio Lafcadio ad aprire la strada all’uso di questa parola nel 1889 in un articolo pubblicato sull’Harper’s Magazine dal titolo The Country of the Comers-Back.
Dopo aver studiato in Inghilterra, a 19 anni decide di tentar fortuna nel Nuovo Mondo. Prende la nave e sbarca a New York. Di lì a poco, a 24 anni, diventa il reporter più famoso di Cincinnati, in Ohio, scrivendo di crimini e di bizzarre esplorazioni urbane. Nel 1877 sposa una donna nera, sfidando leggi e convenzioni, e per questo viene licenziato: quindi si trasferisce a New Orleans, dove vive 10 anni, raccontando la cultura creola e vudù. Ecco che ritorna la fascinazione per l’elemento magico e sovrannaturale, che approfondisce anche durante un’esperienza sull’isola di Martinica, nei Caraibi.
Dopo numerosi articoli, che hanno contribuito tra l’altro ad aver forgiato l’immaginario legato alla cultura creola, gli si presenta la grande occasione della vita: sulla scia dell’orientalismo tanto in voga alla fine dell’Ottocento, gli viene offerto di andare in Giappone come corrispondente per il giornale Harper’s Magazine. Lafcadio, già affascinato dall’Oriente, non se lo fa chiedere due volte e parte.
Il 4 aprile 1890 arriva in Giappone e come tutti gli stranieri dell’epoca sbarca a Yokohama, poco a sud dell’antica Edo, da poco ribattezzata Tokyo. Dato il proverbiale caratteraccio, dopo un solo articolo rompe con l’Harper’s Magazine e passa all’Atlantic Monthly dove pubblica, a partire dal settembre 1891, una trentina di articoli sul Giappone, poi raccolti in volume.
Nel frattempo grazie ad alcuni amici ottiene la cattedra di inglese nella Middle School di Matsue, nell’odierna prefettura di Shimane, in cui trascorre il periodo più felice della sua vita, che descrive nel suo primo libro, Glimpses of Unfamiliar Japan.
Del Giappone Lafcadio non ama solo il folklore e le storie di fantasmi, che forse lo riconnettono con le sue profonde radici greco-celtiche, ma apprezza anche la semplicità e lo stile di vita tradizionale, ancora incontaminato dalla “civilizzazione”. Inizia dunque a stringere i legami con questa terra arcana e ammaliante. Sposa una donna di Matsue, poi cambia nome: Lafcadio Hearn diventa Koizumi Yakumo.
La nuova vita di Koizumi Yakumo
La sua vita giapponese prevede vari incarichi come insegnante, più o meno infelici, compreso quello all’Università imperiale di Tokyo (Tōdai) che gli dà un buon sostegno economico e la libertà di leggere e scrivere, ma non si sente appagato poiché non è il suo lavoro ideale. Nel 1903 non gli viene rinnovato il contratto perché l’università sta riducendo il personale straniero a favore di professori giapponesi (probabilmente Lafcadio, con cui è difficile lavorare, non ha buoni rapporti con alcuni colleghi) e viene sostituito da qualcuno destinato a diventare ben più famoso di lui, Natsume Sōseki.
Lafcadio trova un incarico all’Università Waseda, ma è ormai stanco e sfibrato, ha problemi di salute. Muore il 26 settembre 1904 a 54 anni. Primo occidentale a cui è accordato un funerale buddhista, viene sepolto a Tokyo nel cimitero di Zōshigaya, scenario ricorrente dei romanzi di Natsume Sōseki, anch’egli qui sepolto.
“Non mi dispiacerebbe, quando arriverà la mia ora, essere deposto in un antico cimitero buddhista – cosicché la mia compagnia spirituale sia all’antica e non si preoccupi delle mode, dei cambiamenti, e della disintegrazione dei Meiji.”
da Lafcadio Hearn, Le farfalle danzano e le formiche si ingegnano (Exòrma, 2017)
Sulla lapide è inciso rigorosamente il suo nome giapponese: Koizumi Yakumo. In Giappone il povero, solo, vagabondo Lafcadio Hearn aveva trovato una famiglia, un posto in cui rasserenarsi, un nuovo sé. E finalmente una casa.
I luoghi di Lafcadio Hearn
In Grecia: a Lefkada dal 2014 c’è l’Historical Centre of Lafcadio Hearn, un piccolo museo dedicato allo scrittore, con alcuni cimeli e pannelli esplicativi in lingua inglese. Un busto lo ritrae nel Garden of Poets (o “Bosketo”). Lafcadio non visse mai nell’isola natale, perciò non ci sono luoghi rilevanti legati alla sua biografia.
In Irlanda: Da bambino Lafcadio visse nell’area di Rathmines, a Dublino, per circa un anno (c’era una targa commemorativa al n° 48 di Lower Gardiner Street, recentemente rimossa, sconosciuto il motivo) e poi dal 1853 al 1855 al n° 73 di Upper Leeson Street (anche qui c’è una targa). A sud di Dublino, a Tramore presso Waterford, nel 2014 è stato realizzato un giardino in stile giapponese dedicato allo scrittore. A Tramore Lafcadio trascorreva le estati in compagnia della zia Sarah Brenane.
Negli Stati Uniti: a New Orleans, una targa in Cleveland Avenue, all’angolo con Robertson Street, indica la casa in cui visse tra il 1882 e il 1887.
In Giappone: a Matsue, nella prefettura di Shimane, si trova il Lafcadio Hearn Memorial Museum, su due piani, il più esteso museo dedicato allo scrittore, sorto accanto all’edificio in cui visse. Espone cimeli, ospita mostre temporanee ed eventi. Un altro piccolo museo (Yaizu Koizumi Yakumo Kinenkan; 焼津小泉八雲記念館) si trova a Yaizu, nella prefettura di Shizuoka, dove Lafcadio soggiornò un breve periodo. A Tokyo si trova la sua tomba, indicata col nome giapponese Koizumi Yakumo (小泉八雲), nel cimitero di Zōshigaya. Ad Ama, nella prefettura di Aichi, in piazza Yakumo (Yakumo Hiroba; 八雲広場) una statua ritrae lo scrittore e la moglie. A Inuyama, nel Meiji-Mura Museum (Museo del villaggio Meiji; 明治村) è esposta la riproduzione della casa in cui trascorreva le estati a Yaizu.
Fonti:
Kenneth P. Kirkwood, Unfamiliar Lafcadio (Hokuseido Press, 1936)
Robert L. Gale, A Lafcadio Hearn Companion (Greenwood Press, 2002)
Dennis Wepman, Out of the East, The Story of the Wayward Bohemian Genius of the East, Lafcadio Hearn (Mark Twain Quarterly , Winter 1951, Vol. 9, No. 1)
Aa. Vv., Lectures & Music “Lafcadio at Home”, 8th October 2015 (The Little Museum of Dublin/Sanin Japan-Ireland Association, 2016)
Leggi anche
Un ponte tra Irlanda e Giappone: i Lafcadio Hearn Japanese Gardens a Tramore
Cara Alessandra, grazie infinite per questo articolo e per la ricchezza del suo contenuto. Dopo avere conosciuto l’esistenza di Lafcadio Hearn alla mostra al Tenoha, con Dublino nella pipeline lo scorso gennaio, una volta touched ground sono andata in missione a vedere la targa (perché innamorata del Giappone e, di lì a poco, anche dell’Irlanda☺️). E lì è iniziato il mistero: la targa a 48 Lower Gardiner Street non esiste e… in zona è meglio fare poche domande. Il destino mi ha ricondotto a Dublino poco dopo Bloomsday e mi ha fatto conoscere un’autentica Doubliner esperta di Joyce e che ora è 1) una mia cara amica 2) in missione alla scoperta del mistero della targa scomparsa! Tradurrò per lei questo tuo articolo (di cui le inoltrerò il link: anche se non parla italiano è corretto che abbia accesso alla fonte originale).
Ciao Veruska, sono andata a controllare di persona ed effettivamente la targa è stata rimossa… è un bel mistero! Indagherò! Grazie per la segnalazione!
Lafcadio Hearn non era un corrispondente di Harper’s ne’ nelle Indie Occidentali (Martinique) ne’ in Giappone ma un libero professionista che veniva pagato sporadicamente per i suoi articoli. Il soggiorno a Martinique lo doveva interrompere, perche’ non veniva pagato, tanto che un notaio di Saint-Pierre gli aveva anticipato i soldi per il ritorno a New York. In Giappone era arrivato insieme ad un disegnatore incaricato dal giornale ad accompagnarlo, ma nessuno dei due veniva pagato per le proprie prestazioni, di modo che Hearn dovette rispedire il collega in America, mentre lui stesso si e’ fatto impiegare alle scuole di Matsue e Kumamoto da insegnante di inglese e poi da professore universitario a Tokyo (non tramite “amici” ma tramite il ministro dell’ educazione nazionale conosciuto a New
Orleans nel 1885). Ha perso il lavoro alla Tokyo University nel 1903 (non nel 1902) e a marzo 1904 e’ passato alla Waseda University. Non era il suo “caratteraccio” a creargli dei problemi ma l’ inaffidabilita’ dei suoi datori di lavoro (Harper’s e la direzione dell’ universita’ di Tokyo). Peccato solo che sia passato troppo tardi alla Waseda University, dove aveva infine trovato un ambiente cordiale ed empatico…
Ciao, grazie per l’interesse per Lafcadio e per le tue osservazioni!
Ho corretto la data imprecisa. Per le altre cose, se ti va, mi dici le tue fonti?
Perché le mie in parte divergono.
Es. sul soggiorno a Martinica
Nelle mie fonti, non ho trovato informazioni sul notaio che gli paga il viaggio. Suppongo ti riferisca Leopold Arnoux, che era diventato suo amico a Saint-Pierre. Paul Murray in “A Fantastic Journey: the Life and Literature of Lafcadio Hearn” dice che i soldi glieli mando Mills Alden, editor dell’Harper’s Magazine. Nel 1888 “[…] Alden sent two hundred and fifty francs with the advice that Hearn return to New York” e per la pubblicazione di “Two Years in the French West Indies” addirittura gli mandò 2000 dollari, che era una cifra elevata per l’epoca (così dice Murray).
Sul fatto che sia stato corrispondente o meno, Robert L. Gale in “A Lafcadio Hearn Companion” (p. 221) dice che Lafcadio era stato inviato in Martinica e incaricato da Mills Alden a inviare “essays on a regular basis.” (lo stesso Alden che poi gli pubblica solo in parte gli articoli perché insoddisfatto del suo lavoro – questo lo dice Paul Murray)
Per quanto riguarda la questione dell’incarico alla University of Tokyo, Robert L. Gale in “A Lafcadio Hearn Companion” (p. 27) dice che fu l’amico Lord Chamberlain nel 1895 a procurarglielo: “In December 1895 Chamberlain helped get Hearn appointed professor of English language and literature at the Imperial University of Tokyo (1896–1903). Inexplicably, once settled in Tokyo, Hearn broke off his friendship with Chamberlain…”
Lo stesso Chamberlain che l’aveva aiutato a ottenere l’incarico a Kumamoto, secondo Paul Murray.
Chamberlain aveva fatto da intermediario con il professor Toyama (Director of the Literature College at Tokyo University) che dopo aver ottenuto il permesso dalla Dieta aveva offerto al Lafcadio la posizione di professore di letteratura inglese (sempre nella biografia di Paul Murray).
Sul caratteraccio, l’ho letto in qualche libro/articolo citato. Si diceva che era un po’ irascibile e litigioso, per esempio aveva interrotto i rapporti con Chamberlain senza un apparente motivo. Tuttavia non trovo i riferimenti precisi al momento.
Comunque continuerò fare ricerche su Lafcadio, quindi approfondirò anche questo aspetto.
Se hai qualche testo da suggerire, sono molto graditi! Grazie!