*ATTENZIONE: questo articolo è datato; alcuni dei luoghi menzionati potrebbero aver subito variazioni.
La capitale scozzese è il luogo in cui J.K. Rowling ha vissuto parte della sua vita, soprattutto gli anni in cui, ancora lontana dal successo e dalla notorietà, si barcamenava tra la sua vita di madre single e il sogno di diventare una scrittrice.
Passeggiando per le strade della parte antica di Edimburgo vi renderete conto di quanti luoghi richiamano le atmosfere del mondo magico di Harry Potter, dalla scuola di magia di Hogwarts a Diagon Alley.
Non può che essere stato questo, quindi, il punto di partenza, nel mondo reale, da cui poi ha spiccato il volo la fervida fantasia di J.K. Rowling.
Nonostante J.K. Rowling abbia negato in alcuni tweet di essersi ispirata ad Edimburgo, forse in polemica con i tour dedicati ad Harry Potter che prolificano nell’offerta turistica della città, talvolta le sue affermazioni sono contraddittorie rispetto a quanto dichiarato in precedenza, per esempio nel documentario Parole magiche – La storia di J.K. Rowling (2011). Può essere che alcuni luoghi di Edimburgo siano stati forzatamente associati all’opera di Rowling, ma è anche vero che in altri casi alcune presunte ispirazioni sembrano molto più che semplici coincidenze (vedi la tomba di Tom Riddel nel Greyfriars Kirkyard).
1. Grassmarket
La zona di Grassmarket è caratterizzata da ripide strade ai cui lati torreggiano file di palazzi a mattoni scuri, intervallati talvolta da edifici intonacati di giallo canarino, blu cenere, rosso opaco…
Passeggiare tra le alte costruzioni di queste vie vi potrà subito riportare alla mente la strada dello shopping più famosa nell’universo di Harry Potter: Diagon Alley.
Sembra proprio che la Rowling si sia ispirata a questa zona di Edimburgo, come si può leggere in una targa all’inizio di Candlemaker Row.
A pochi passi da qui, inoltre, al n°99 di West Bow, troverete un divertente negozio di scherzi: “Aha Ha Ha Jokes & Novelties“. Non vi ricorda proprio i “Tiri Vispi Weasley“??
2. Greyfriars Kirkyard
Benvenuti in uno dei posti più inquietanti di Edimburgo, non solo perché ha ispirato da sempre storie di fantasmi, ma anche perché potrebbe essere il riferimento per l’ambientazione di una delle scene finali de Il calice di fuoco, ovvero il cimitero in cui Vold…, ops, “Voi-sapete-chi“, riottiene il suo corpo e i suoi poteri magici.
Infatti, lungo il muro di cinta nel West Yard, si trovano le tombe di un aristocratico, Thomas Riddell, e di suo figlio, anch’esso Thomas Riddell, nientemeno che il vero nome di Lord Voldemort e del padre babbano.*
Se vi fermate a leggere le altre lapidi del cimitero, noterete che alcuni nomi ci risultano familiari, come quelli di William McGonagall (Prof.ssa McGonagall?) e Elizabeth Moodie (Malocchio Moody?)…
*Per essere precisi, nella saga di HP il cognome è scritto “Riddle”.
3. George Heriot’s School
Questa prestigiosa scuola privata si trova in un antico edificio che ricorda un po’ un castello per le quattro torri ai suoi angoli. Gli studenti che la frequentano sono suddivisi in quattro case: i verdi Lauriston, i bianchi Greyfriars, i rossi Raeburn e i blu Castle. Vi ricorda qualcosa?
Sebbene il sistema delle case sia ampiamente diffuso nelle scuole del Commonwealth inglese, sembra che la Rowling si sia ispirata proprio a questa storica istituzione quando ha inventato la scuola di magia di Hogwarts, prendendo come riferimento anche il castello di Edimburgo, arroccato sulla sommità di Castle Rock da cui domina tutta la città.
4. The Elephant House
Volete fermarvi a sorseggiare un tè con un gustoso scone prima di ripartire con l’itinerario?
Per rimanere in tema potete fermarvi alla Elephant House, una caffetteria al n°21 di George IV Bridge, che espone orgogliosamente la scritta: “The Birthplace of Harry Potter“. Sembra infatti che la Rowling si sedesse spesso ai tavoli di questo locale quando, ancora sconosciuta ai più, scriveva il primo libro della saga. Tuttavia come la Rowling stessa ha dichiarato in un tweet, non è qui che è nato effettivamente il maghetto: quando frequentava questa caffetteria aveva già iniziato da tempo a scrivere il primo romanzo della saga.
Il retro del locale, dove la scrittrice sceglieva spesso di sedersi, si affaccia proprio sul già citato cimitero di Greyfriars. Nel 2021 un incendio ha colpito il locale costringendolo alla chiusura. Ad agosto 2024 non ha ancora riaperto.
Un altro luogo dove si fermava a scrivere era il Nicholson’s Cafe, in Nicholson Street, che in seguito è diventato Spoon (purtroppo ha chiuso tempo fa). Una targa sull’edificio recitava: “J.K Rowling / wrote some of the / early chapters of / HARRY POTTER / in the rooms on / the First Floor of / this building”.
5. Le mani di J.K. Rowling
Se volete vedere l’impronta delle mani “magiche” della Rowling sullo stile delle impronte del Sunset Boulevard di Hollywood, entrate nella corte di fronte alle Edinburgh City Chambers (sede del Comune di Edimburgo), lungo High Street. Qui, vicino a quello di un altro scrittore scozzese, Ian Rankin, splende su una pietra il calco dorato delle mani della scrittrice.
6. Balmoral Hotel
L’ultima tappa del nostro itinerario è anche il luogo in cui si è conclusa l’avventura della scrittrice che, nella stanza 552 di questo albergo, scrisse la parola “fine” dell’ultimo capitolo della saga.
Presa dall’entusiasmo immortalò questo momento lasciandosi andare a un piccolo atto di vandalismo che a pochi altri sarebbe stato concesso. Sul retro di un busto in marmo scrisse: “J.K. Rowling ha finito di scrivere Harry Potter e i doni della morte in questa stanza (552) l’11 gennaio 2007″.
Da quel momento la stanza è stata intitolata alla scrittrice e per soggiornarvi una notte bisogna sborsare cifre astronomiche.
Trovate un itinerario per ripercorrere i passi di J.K. Rowling a Edimburgo nel libro Viaggi d’autore. 35 ispirazioni in Europa sulle tracce di grandi artisti, edito da Touring editore (2021).